Passa il bilancio. Tutti contro la Margherita… tranne i Verdi

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Ente Provincia – Nessun passo indietro. Nessun arretramento ma muro contro muro. La Margherita, primo partito di maggioranza, va avanti. E’ guerra aperta. Altro che schiarita. I quattro assessori del Quartier Generale di Via Tagliamento (Eugenio Salvatore, Emilio Ruggiero, Giuseppe Di Milia, Vincenzo Alaia) protocollano le dimissioni di buon ora prima che cominci il Consiglio provinciale con all’ordine del giorno la discussione nonché l’approvazione del bilancio di previsione. Una giornata per l’ente Provincia – è proprio il caso di dire – cominciata con la tensione palpabile.
E c’era da aspettarselo considerate le voci circolate proprio ieri. Questa volta Alberta De Simone non riesce a mediare. Non è servita nemmeno la nota del riavvio del dialogo inoltrata non solo agli organi di stampa ma allo stesso capogruppo del fiorellino Giuseppe De Mita. Lo scontro è aperto. Nessuno più combatte in trincea. Alberta De Simone appare provata. In aula Ds, Sdi, Verdi e Pdci con Rifondazione e l’opposizione con Forza Italia, Udc e An. Non c’è la rappresentanza della Margherita e di lì a poco, verrà meno la forza del Sole Che Ride.
Nessuno in Consiglio fa menzione delle dimissioni dei quattro esponenti della Margherita regolarmente protocollate. Un fatto inusuale nella procedura e nella…forma. I Verdi abbandonano l’aula non senza aver messo innanzi l’inopportunità di discutere dello strumento contabile.
“L’attuale situazione di difficoltà politico-amministrativa che sta attraversando l’amministrazione provinciale alimenta nel nostro partito preoccupazione che tali divergenze possano sfociare in un anticipato ritorno alle urne. Questa eventualità – comunica il consigliere Verde De Fabrizio – sarebbe deleteria per l’intera coalizione di centrosinistra, che poco meno di due anni fa ha ottenuto una lusinghiera vittoria con quasi il 70% dei consensi. E’ nostro obiettivo che si arrivi, nell’interesse di tutta l’Unione e dell’intera popolazione della provincia, rapidamente ed in maniera completa ed esaustiva ad un chiarimento politico-programatico tra tutte le forze che compongono la coalizione affinchè si rilanci l’intera azione amministrativa. Pertanto nell’attuale situazione di crisi venutasi a determinare nelle ultime ore, riteniamo inopportuno discutere, e tanto più votare il bilancio preventivo dell’Ente che rischierebbe di acuire ulteriormente i contrasti attualmente presenti tra le forze del centrosinistra. Proponiamo al presidente del consiglio di mettere ai voti la proposta di rinvio di questa importante discussione ed alla presidente Alberta De Simone ed a tutti i gruppi politici della nostra coalizione di avviare immediatamente un confronto costruttivo che porti al superamento della crisi. Annunciamo, sin da ora, che in caso di mancato rinvio della discussione sul bilancio, il nostro gruppo non prenderà parte ai lavori abbandonando l’aula”.
E così è stato: la proposta è stata bocciata dal centrosinistra “monco” e dai rappresentanti del centrodestra. De Fabrizio esce dall’aula, ma ad onor del vero, resta al suo posto l’assessore Zecchino candidato dei Verdi in giunta… Una presa di posizione, che rende il quadro politico ancora più serio. Ad ogni modo i lavori proseguono. Il vice presidente della Provincia con delega al bilancio, Rossella Grasso relaziona sullo strumento contabile. “Serio e asciutto”, così viene definito da Arturo Iannaccone (Udc). Un plauso che non serve a dare l’ok. Il bilancio viene approvato con la maggioranza risicata Udeur, Sdi, Ds, Pdci e Rifondazione ed il voto contrario della Cdl. Alberta De Simone prende la parola: “Il Consiglio ha approvato il bilancio di previsione. Dichiaro di aver fatto ogni sforzo possibile anche sforando l’impossibile pur di giungere in Consiglio con la pienezza della coalizione che rappresento. Ci sono regole e principi ineludibili. Primo fra tutti: il rispetto delle Istituzioni. Ed io mi sono attenuta a questo principio e mi atterrò sempre. Nessuno può disattendere a un atto doveroso come la convocazione del Consiglio. Non è un optional ma un dovere. Quando il presidente D’Addesa ha deciso di convocarlo, non era lecito fare ulteriori forzature. La questione bilancio è un dovere inderogabile”.
Il primo inquilino di Palazzo Caracciolo nella sua presa di posizione, non manca di sottili stilettate e sottolineature. “Quando mi fu chiesto di lasciare il Parlamento e di candidarmi alla Provincia, io per amore dell’Irpinia, ho lasciato la presidenza della Camera. Ho lasciato tutti i privilegi di quella Camera. E non me ne pento, ma oggi era per me preliminare sapere se continuare a fare cose utili per la mia terra oppure no… Il Consiglio ha dato il suo assenso. Altrimenti la presidente avrebbe lasciato molto serenamente”.
E poi un passaggio più soft. “Nel bilancio sono previsti i fondi per l’Università enologica, per risolvere l’emergenza scuole…”. “Pertanto se noi dobbiamo andare a casa, lo deve decidere il Consiglio”. Un Consiglio che “ringrazio” perchè “ha dimostrato di tenere alta la barra dei principi”.
Parole ‘pesate’ una dietro l’altra, nelle quali si intravede la voglia di andare avanti con serenità, con dignità. “Rinuncio all’indennità di presidente della Provincia perché nessuno si possa permettere di dire che il Consiglio è stato pure convenienza. Ho una dignità da difendere e che nessuno può calpestare. Alla Margherita: le porte sono aperte. Venite. Affronteremo con serenità il problema che ad oggi non ho compreso” . Insomma un presidente dalla scelta coraggiosa che si mostra aperta al dialogo pur sapendo che gli spiragli della riappacificazione, ora più che mai appaiono remoti, a patto che…le note della lavandaia diventino frutto del compromesso della pace. Ma lo “strappo” è riuscito: sarà il tempo o le prossime ore a far comprendere chi ha ragione. Intanto escono sconfitti dal consiglio…i cittadini e coloro che sono contrari alle …partite a scacchi della politica.
(Di Teresa Lombardo)

IL DOCUMENTO DEL GRUPPO CONSILIARE DELLA CASA DELLE LIBERTA’
“L’approvazione del bilancio di previsione 2006 dell’Amministrazione provinciale con l’assenza dei Consiglieri della Margherita ed il voto contrario della ‘Casa delle Libertà’ sancisce in maniera inequivocabile ed irreversibile la crisi della maggioranza di centro sinistra che si trascina, di fatto, fin dall’insediamento e che ha determinato la paralisi dell’Ente nella sua attività amministrativa e di programmazione. L’opposizione alla luce dello svolgimento del Consiglio prende atto della definitiva rottura politica tra la Margherita e la Presidente De Simone ed auspica che non vengano messe in essere pratiche spartitorie e di compensazione a danno della centralità e del funzionamento del Consiglio provinciale”.

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