Partito Democratico, l’opinione di Capodilupo: “Nessuno si salva da solo”

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La nota di Gerardo Capodilupo, membro della direzione provinciale del Partito Democratico.

Questa fine estate, segnata dalla pioggia, porta via con se il ricordo dell’aperitivo in spiaggia e la decisione del presidente De Mita di ritirarsi a vita privata. Consapevole, credo, di non aver contribuito a formare una classe dirigente moderna e responsabile. La capacità di affrontare le difficoltà, politiche e di gestione, non si tramanda di padre in figlio e, purtroppo, non si trasferisce per contatto. La classe dirigente dovrebbe essere selezionata, non per la fedeltà al potente di turno, ma per le capacità dei singoli. Una sorta di selezione culturale. Chiaramente i numeri, in politica, sono fondamentali, ma un 40%, sommato ad un innato delirio di onnipotenza, può portare anche alla più disastrosa sconfitta. Renzi docet! Così, l’anziano democristiano, a cui la storia riserverà il trattamento dovuto, probabilmente, su una cosa in particolare, aveva ed ha ragione: la politica è aver un pensiero!

Ecco, sperare nel fallimento del cambiamento è come ammettere di non avere pensiero, così il Pd, invece di aspettare, seduto sulla riva del fiume, il cadavere del cambiamento giallo – verde, di fatto dimostrando, con la propria inerzia, di non avere nulla da offrire, dovrebbe finalmente prendere l’iniziativa e proporre una propria idea di società.

Dato per scontato che l’idea di partito maggioritario è definitivamente naufragata, per scongiurare una deriva minoritaria, bisognerà ricostruire un centro sinistra plurale e concreto. Per arginare le correnti è necessario un pensiero forte, per determinare il cambiamento è fondamentale costruire alleanze su progetti realizzabili e condivisi. Non basta la narrazione, serve la concretezza dei fatti. L’Irpinia dovrà essere, per forza di cose, un nuovo laboratorio politico, dove sperimentare un centro sinistra, non espressione dei capi corrente, ma espressione dei cittadini. Lo spazio c’è e non mancano le menti, serve solo il contenitore. Superiamo, non il Partito, ma l’idea di Partito. Il Pd non appartiene alla classe dirigente, e paradossalmente neanche agli elettori, il Partito è di chi crede nella sua forza propulsiva. Pertanto il Pd dovrà essere la pietra angolare su cui costruire un’alleanza prima con i cittadini e di conseguenza con le altre forze politiche. Che siano i moderati del centro o i delusi dei 5 stelle, ha poca importanza, più che le definizioni interessano gli orizzonti da raggiungere. Pertanto, dalle provinciali, passando per le amministrative, fino alle regionali, sarà bene capire che “nessuno si salva da solo”.