Partenio 2.0, nuove intercettazioni e la firma del clan sugli attentati di Avellino

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Ci sarebbe il nuovo clan Partenio, quello disarticolato dai Carabinieri di Avellino nella maxi operazione – denominata appunto “Partenio 2.0” che ha portato a 23 arresti e all’iscrizione all’albo degli indagati di 17 persone, dietro gli attentati intimidatori avvenuti nel capoluogo lo scorso mese di settembre: la bomba artigianale fatta esplodere nell’auto dell’imprenditore Sergio Galluccio e gli spari alle cinque auto appartenenti alla famiglia di Damiano Genovese, figlio dell’ex boss Amedeo condannato all’ergastolo.

E’ quanto emerge dagli ultimi atti depositati dalla pm antimafia Simona Rossi presso il Tribunale del Riesame, dove gli avvocati degli arrestati stanno discutendo per chiedere la revoca o l’attenuazione dei provvedimenti a cui sono stati sottoposti i loro assistiti. Gli 007 della Dda di Napoli si sono concentrati particolarmente sui colloqui intercettati tra Damiano Genovese e i propri familiari e quelli in carcere tra l’ex boss Amedeo e l’altro figlio Francesco.

Damiano spiega ai parenti che dietro l’attentato ai suoi danni ci sarebbe Pasquale Galdieri, ritenuto dagli inquirenti il nuovo capo clan. L’ex boss, invece, direttamente dal carcere di Parma chiede all’altro figlio di avvertire il fratello di stare alla larga da Galdieri e i suoi uomini, temendo per la sua vita e riconoscendo di fatto la decadenza del suo vecchio clan rispetto l’ascesa del nuovo.

Parole che hanno fatto desistere Damiano dalla tentazione di vendicarsi, del resto è stato tratto anche in arresto per il possesso di un’arma rubata. E il fratello gli attribuisce la colpa di quanto accaduto: avrebbe fatto crescere negli anni il potere di “O’ Milord” e dei suoi fedelissimi.