Partenio 2.0, il vecchio boss dal carcere: “Se sta il sangue a terra veniamo arrestati tutti quanti”

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Era chiaro che Damiano Genovese volesse far sparire la propria auto, una Mercedes, crivellata da colpi di proiettile e che deteneva illegalmente all’interno della propria abitazione una pistola calibro 7,65 provento di furto nel 2015. E’ per questo che i Carabinieri del Nucleo Operativo radiomobile di Avellino e quelli della locale stazione hanno effettuato il blitz a casa del 36enne traendolo in arresto.

Gli inquirenti, infatti, già da tempo tenevano sotto controllo l’abitazione del figlio del vecchio boss Amedeo, condannato all’ergastolo che sta scontando presso il carcere di Parma, e proprio captando una conversazione tra Damiano e i suoi familiari che sono riusciti a risalire a ciò che era avvenuto la notte prima, ovvero i colpi di proiettile fatti esplodere all’indirizzo delle auto sue e dei suoi familiari.

Il 36enne, intercettato dai Carabinieri, racconta ai familiari di come la sera prima, uditi gli spari, si è precipitato all’esterno della propria abitazione scorgendo due uomini a bordo di uno scooter Tmax. Damiano afferma anche di voler far sparire il veicolo colpito dai proiettili, probabilmente per evitare di doversi giustificare con i Carabinieri.

Quell’ordine di colpire le vetture dei Genovese, la notte tra il 21 e il 22 settembre, sarebbe partito da Pasquale Galdieri detto O’ Milord, arrestato nel maxi blitz del 14 ottobre e ritenuto dai magistrati dell’antimafia il nuovo capo clan. Un’ipotesi finita nero su bianco nelle oltre 200 pagine d’informativa depositata presso il tribunale del Riesame di Napoli dai Carabinieri di Avellino e firmata dalla pm della Dda di Napoli Simona Rossi e avallata proprio dai colloqui intercettati dei Genovese. Quelli tra Damiano e i suoi familiari e quelli in carcere a Parma tra l’altro figlio del boss, Francesco, e appunto Amedeo.

“Sai che devi fare? – riferisce Amedeo a Francesco – gli dici: Damiano ha detto papà che ci devi parlare direttamente (con Galdieri, ndr). Ci vai e gli dici: ho parlato con papà e dici quello ti ha cresciuto papà e quello che è successo successo finiamola chiunque sia stato… tu sei il suo pupillo, perché ha speranza su di te. Per questa cosa non è successo niente. Finiamola, anche se è una cosa che non dovevate fare, perché il rispetto e il bene che tiene papà è tanto… che poi se succede qualcosa, se sta il sangue a terra veniamo arrestati tutti quanti e finite. E cosa risolviamo?”.

Una sorte di riconoscimento, dunque, della decadenza del suo vecchio clan rispetto l’ascesa del nuovo targato Galdieri e un ulteriore prova, per chi indaga, del ruolo apicale de O’ Milord all’interno del nuovo sodalizio criminale.