Ricordate il test antidroga promosso da Carlo Giovanardi? Ebbene, stando agli esami a cui – volontariamente – si sono sottoposti 232 parlamentari, uno ci avrebbe “lasciato lo zampino”. 231 le negatività rilevate, infatti, ma anche un caso di positività, nello specifico alla cocaina. Il problema è che mentre in 147 hanno dato il loro consenso a rendere noti risultati del test e il proprio nome, ce ne sono 29 che non l’hanno dato. Sarà tra questi il “peccatore”? Giovanardi, interrogato sul nome del colpevole, ha fatto spallucce, informando di ignorare completamente di chi possa trattarsi. “Non so neanche se sia uomo o donna, non si può arrivare all’identità della persona – ha spiegato – perchè i test sono identificati con un codice che è noto solo a chi vi si è sottoposto”. Gli esami – su urina e capelli – sono stati fatti dal 9 al 13 novembre e si sono avvalsi di laboratori altamente specializzati. Non c’è dunque da dubitare della bontà dei risultati. Il dubbio, nemmeno poi tanto atroce, è piuttosto: che senso ha fare volontariamente il test per poi nascondersi una volta colti con le “mani nella marmellata”? La risposta è facilmente intuibile: tentar non nuoce. Di mezzo “in fondo” c’è solo l’immagine, chiaramente nell’unico caso in cui ne esca pulita…