di Claudio De Vito – Senza il piano di spesa per la gestione societaria da presentare in tribunale, la stagione dell’Avellino non può partire. Amministratore giudiziario e commissari giudiziali non lo hanno ricevuto da Gianandrea De Cesare e pertanto tutto rimane ancora fermo al palo. E ciò non fa altro che alimentare il malcontento di una piazza esausta e quasi rassegnata al proprio destino, complice l’imbarazzante silenzio che pervade la galassia Sidigas.
Sarà l’ennesima giornata di attese ad una settimana esatta dalle scadenze federali: ogni giorno che passa lo spettro della penalizzazione avanza. Entro il 31 luglio vanno rispettate determinate prescrizioni di carattere sportivo-organizzativo. A seguire invece, entro la deadline del 2 agosto, vanno pagati gli stipendi di giugno dei tesserati. L’unica consolazione, si fa per dire, è rappresentata dallo slittamento al 18 agosto della prima partita ufficiale.
La Lega Pro infatti ha accolto le istanze biancoverdi e della Paganese, riammessa in C il 12 agosto, relative all’inizio della Coppa Italia di categoria ritardato di una settimana. Così gli azzurrostellati esordiranno l’11 a Bari e una settimana dopo i lupi se la vedranno al Partenio-Lombardi (a meno di intoppi relativi agli adeguamenti in materia di sicurezza) con una delle due in base al risultato del San Nicola.
La posizione della Paganese però è tornata in bilico alla luce del doppio semaforo verde fatto scattare ieri dal Coni in relazione al ripescaggio dell’Audace Cerignola e alla riammissione del Bisceglie. Ora il girone C è potenzialmente 21 squadre e la Lega di Francesco Ghirelli deve decidere se abbondare o tagliare. Si rischiano scossoni nell’organico attuale della terza serie del calcio professionistico: anche la Reggiana, ripescata al posto del Cerignola, non è più sicura del posto. Insomma, se oggi non dovessero giungere segnali, il rinvio della presentazione dei calendari in programma domani è dietro l’angolo.
E ciò in un certo senso giocherebbe a favore dell’Avellino che vorrebbe presentarsi alla cerimonia d’apertura dei giochi come certezza e non come incognita. Impresa ardua ad oggi, anche sottotraccia la macchina operativa si sta muovendo. Al Partenio-Lombardi infatti c’è chi sta lavorando per predisporre il necessario in vista di un raduno convocato in fretta e furia. Le camere per gli atleti sono bloccate da tempo al Green Park Hotel di Mercogliano.
Mancano appunto soltanto i protagonisti che dovrebbero scendere in campo non prima dell’inizio della settimana prossima, considerate le tempistiche necessarie per tesseramenti e visite mediche. I papabili per la riconferma però non sono disposti ad aspettare: nuovi casi Matute sono all’orizzonte.
Santiago Morero è corteggiato da Cerignola e Giugliano, che ha già preso Alessandro De Vena, oltre che da un club di C del Nord. Proprio il Cerignola ha messo sul piatto moneta sonante per assicurarsi Alessandro Di Paolantonio. Matteo Gerbaudo è inseguito dal Rende. Ferdinando Sforzini conteso da Mantova e Vastese. Su Filippo Capitanio ci sono il Messina e il Matelica.
Tutti aspettano un cenno da Avellino, ma non oltre questa settimana. Anche Carlo Musa è alla finestra con qualche sirena dalla D che però non prende in considerazione. Stesso discorso per Giovanni Bucaro. Sarebbero loro i pilastri di una ripartenza che per ora latita ancora. Come le offerte di possibili acquirenti che finora si sono limitati a sondare il terreno. Non resta che vivere l’ennesima giornata di dubbi e ansie da parte di un popolo sportivo che ha ormai perso la pazienza.