Sono tante le indiscrezioni raccolte stamane a Palazzo di Città, successivamente allo sfogo di ieri del sindaco di Avellino Paolo Foti e delle continue voci e rumors che lo darebbero dimissionario a stretto giro.
Pareri contrastanti uniti a sussurri poco convinti ed a dichiarazioni di facciata hanno contraddistinto la mattinata amministrativa.
Diamo per certi i contatti continui (telefonici o diretti non è dato sapere) che da stamane il sindaco Foti sta intrecciando con il vicesegretario nazionale del Pd Lorenzo Guerini, interpellato probabilmente dalla Segreteria regionale Pd, e la riunione di maggioranza convocata per domani alle 17 in cui ci sarà l’ennesima verifica politica. Ma è chiaro che la disgregazione tra i consiglieri è difficilmente sanabile.
Secondo indiscrezioni, sullo sfondo vi sarebbe una pioggia di avvisi di garanzia in merito alla gestione finanziaria del Comune che a stretto giro potrebbe avere ricadute dolorose proprio su Palazzo di Città. Rumors, perchè di questo parliamo, che preoccupano non poco in vista dell’arrivo in Consiglio Comunale del Bilancio di Previsione.
Forse Foti, con la mossa già sperimentata delle dimissioni, intende ancora una volta mettere con le spalle al muro i propri consiglieri e capire da che parte stanno ed in che modo vogliono proseguire la propria attività, se è ancora questa la loro intenzione.
Le polemiche sul futuro capogruppo (la scelta di investire della carica un ex consigliere di opposizione è comunque alquanto singolare) e le varie “fughe” registrate durante le varie assisi comunali hanno chiaramente inciso in maniera forte su questa nuova presa di posizione del sindaco.
La realtà è che la fascia tricolore, come affermato stamane dall’attuale capogruppo Geppino Giocobbe, sia arrivato al suo limite di sopportazione ed intenda mollare gli ormeggi prima di raggiungere la destinazione naturale del suo mandato.
Sarebbe, comunque, una fine ingloriosa corollata da un Consiglio Comunale caratterizzato da assoluta mediocrità e che dovrebbe, per rispetto al mandato popolare, sentire la responsabilità di un incarico importante e, di conseguenza, di un flop annunciato e mortificante per la città stessa.