Panama Papers, Dragone replica: “Sono vittima, non colpevole”

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“Falso. Quella che sto subendo è un’ingiustizia. Sono vittima, non colpevole. Chiedetelo agli ispettori del fisco che vengono a fare verifiche nella mia società”.

Così il regista italo-belga originario di Cairano in provincia di Avellino, Franco Dragone, replica sulle colonne del Corriere del Mezzogiorno ai rumors che lo vorrebbero tra i nomi comparsi sulla lista dei Panama Papers del quotidiano belga Le Soir che ha scritto che tra i documenti dello studio legale Lenville Overseas di Mossack Fonseca sono stati trovati anche quelli della Lina International, società utilizzata da Dragone.

E che — attraverso quella società — sarebbero stati effettuati versamenti per pagare i servizi dello spettacolo The house of dancing water di Giuliano Peparini, con il quale Dragone collabora dal 2004.

E così, mentre la notizia rimbalzava sulle pagine di La Libre e Le Figaro, il ministro delle Finanze belga Johan Van Overtveldt ha annunciato “… l’avvio di una inchiesta sull’identità delle persone e delle imprese implicate nell’affare”.

“Neppure sapevo di avere una società a Panama, l’ho appreso dai giornali – dice Dragone – È dal 2001 che mi sono insediato in Belgio. E qui ho relazioni con tutti: banche, ispettori del lavoro, quelli della finanza. Io sono un artista, non gestisco nulla. E ho avuto tantissime verifiche del fisco: se non hanno trovato nulla qualcosa vorrà pur dire no? Questa vicenda mi offende profondamente. Mettermi accanto a criminali che fanno questo per distribuire la ricchezza in modo non equo è assurdo, io la mia vita l’ho spesa per combattere gli abusi”.

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