Padre Pio, il santo che amò l’Irpinia e il piccolo centro di Montefusco

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E’ senza dubbio il Santo più amato e popolare non solo in Italia ma in tutto il mondo. San Pio da Pietrelcina, dopo la sua morte nel lontano 23 settembre 1968, ha lasciato in eredità quei valori di carità, amore, fratellanza che lo hanno accompagnato per tutta la sua vita e che hanno spinto fedeli e figli spirituali a seguire le sue orme spingendosi a visitare quei luoghi da lui stesso calcati.

Dopo l’esposizione perenne della salma del frate cappuccino presso la cripta d’oro nella nuova Chiesa di San Giovanni Rotondo, in occasione del Giubileo la salma di Padre Pio, per la venerazione dei fedeli, sarà trasportata in diverse chiese della capitale romana tra cui San Lorenzo fuori le mura e  San Salvatore in Lauro, quando poi sarà ospite, nei prossimi giorni, della basilica di San Pietro dove rimarrà fino a venerdì 11 febbraio. Dall’11 al 14 febbraio, il santo tornerà a Pietrelcina, città natale dove ha anche ricevuto le prime stimmate presso Piana Romana per poi ritornare il 16 febbraio a San Giovanni Rotondo.

Il Santo lo aveva già annunciato quando era in vita: “Farò più rumore da morto che da vivo”; non sono mancate in tutti questi anni, infatti, polemiche per la sua riesumazione e per gli spostamenti della sua salma che ha visto numerose opposizioni, crollate poi con l’intervento di Papa Francesco.

Una salma in continuo movimento che non fa altro che rispecchiare la dinamicità del frate di Pietrelcina, costretto, durante la sua vita, a spostarsi ripetutamente per portare avanti i suoi studi e mettere alla prova la sua fede.

Nel suo girovagare per il sud Italia, importante è registrare il soggiorno che ha tenuto San Pio presso il convento di Sant’Egidio a Montefusco dove fu condotto dai superiori, quando era ancora ventenne, alla fine del novembre 1908 per far fronte ai suoi problemi di salute, che potevano avere un pò di sollievo con l’aria incontaminata del piccolo centro della verde irpinia.

A raccontare l’episodio è Padre Agostino da Casacalenda che fu incaricato di accompagnare il novizio a Montefusco: “Era un bel giovane paffuto, dal viso roseo, che nulla lasciava trapelare della malattia dalla quale era affetto. Portava un fazzoletto di seta al collo che gli difendeva la gola. Da tutta la sua persona spirava bontà e simpatia”.

A Montefusco, San Pio era circondato da diversi frati impegnati negli studi teologici, uno di questi, padre Bernardino da San Giovanni Rotondo così lo ricordava: “Frate Pio era quieto e calmo, anche durante la ricreazione, sempre umile, mite, obbediente”; un altro studioso, Padre Ilario da Teano, ha scritto sul frate di Pietralcina: “Da studente a Montefusco, spesso, trovai fra’ Pio in coro che recitava l’ufficio della Madonna e qualche volta lo vidi con le lacrime agli occhi…era malaticcio, molto delicato, sovente visitato dalla febbre e da acuti dolori”.

Dopo il maggio 1909, Padre Pio non tornò più a Montefusco sebbene il primo agosto 1910, il convento di Sant’Egidio era ancora la sua residenza ufficiale. Ma una cosa è certa, il santo stigmatizzato conservò un bellissimo ricordo del

La lapide dedicata a San Pio nel convento di Montefusco
La lapide dedicata a San Pio nel convento di Montefusco

suo soggiorno montefuscano, testimoniato da una lettera scritta nel 1923 a Padre Paolino da Casacalenda nei giorni antecedenti al suo trasferimento definitivo a San Giovanni Rotondo: “Se proprio dovete trasferirmi in un altro convento, desidererei andare in quello di Montefusco”. Tale frase brilla sulla pietra posta accanto al monumento eretto in suo onore nel piazzale del convento del piccolo paese avellinese.

A un secolo di distanza, è ancora forte il ricordo e le testimonianze del soggiorno del Santo di San Giovanni Rotondo tra le mura del convento di Sant’Egidio. Così Padre Antonio Salvatore, attuale parroco di Montefusco e principale ideatore della lapide dedicata al santo svelata nei primi giorni dell’ ottobre del 1987: “Padre Pio soggiornò a Montefusco dal novembre 1908 fino alla metà del mese di maggio 1909. Era uno studente di teologia, silenzioso, mite, tutto intento nelle sue preghiere; si diceva infatti che pregava molto di più di quanto studiava tant’è che, secondo alcuni testimonianze giunte nel corso del tempo dai suoi insegnanti, non era un allievo che brillava nel rendimento”.

Nel corso degli anni, quando ormai la sua santità era sotto gli occhi di tutti e si intensificarono i processi che poi portarono alla sua canonizzazione, iniziarono a circolare i primi aneddoti sulla sua figura che sono giunti fino a noi. Particolarmente interessanti sono quelli che ci racconta Padre Antonio: ” Padre Pio lo si vedeva lontano un miglio che era di una spanna superiore a tutti i suoi compagni nonostante la sua tenera età. Fu protagonista di un episodio qui al convento di Sant’Egidio quando, in assenza dei superiori, i suoi compagni organizzarono una festicciola in soffitta con tanto di cibo e buon vino. Padre Pio non vi partecipò ma fu mandato a pulire le scale con la paura che potesse fare la spia. All’improvviso giunse il superiore e vedendo Fra Pio solo gli chiese dove fossero tutti gli altri compagni. Il futuro santo rispose che erano in soffitta ma, nonostante avesse sospettato del loro banchettare, non rivelò nulla. Quando il padre superiore giunse in soffitta, i compagni e Fra Pio scamparono alla

La cella di San Pio nel convento di Sant'Egidio
La cella di San Pio nel convento di Sant’Egidio

punizione e mangiarono tutti insieme”.

Un altro episodio fa riferimento alla continua lotta tra San Pio e il maligno che fu un leitmotiv di tutta la sua vita: “Padre Pio era solito svegliarsi a mezzanotte – continua il parroco di Montefusco – per celebrare l’Ufficio delle Letture con tanto di salmi e preghiere. Un confratello del frate di Pietrelcina, racconta come una notte  si sentì all’improvviso un grande frastuono provenire dalla sua cella; quando vi entrò trovo Padre Pio solo, claudicante a terra e molto dolorante”

La vita di Padre Pio è costellata da mille episodi e aneddoti che rivelano il suo spirito di santità, il suo essere speciale e, allo stesso tempo, amato da tutti quelli che hanno incrociato il suo cammino e da quelli, invece, che lo hanno conosciuto solo tramite un libro, un film, una semplice testimonianza attraverso cui hanno accresciuto la propria fede divenendo suoi figli spirituali.

 

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