Nessun ospedale sarà chiuso, semmai ci sarà qualche riconversione.
I comuni con 150-200 mila abitanti conserveranno il pronto soccorso, ma saranno in “deroga” quelli che insistono in territori “difficili”.
Perché scomodi da raggiungere o distanti da altri presidi. Come le isole. Unica eccezione, Procida. Che perderebbe l’ospedale, ma potrà contare su un efficiente servizio di trasporto infermi (moto ed eliambulanze) oltre a un sistema di telemedicina avanzato. È il Piano ospedaliere, appena licenziato dalla struttura commissariale e pronto per essere spedito a Roma al vaglio dei ministeri di Salute ed Economia e Finanze. Una serie di passaggi obbligati che molto probabilmente costringerà a ritoccare alcuni punti del piano.
Molti i ridimensionamenti, ma le discusse chiusure sembrano tutte sparite.
A scorrere le 194 pagine, che ora dovranno essere valutate dai ministeri competenti, si capisce subito che la parte sostanziale del Piano ospedaliero riguarda Napoli e provincia, ma anche Caserta. Non per questo però si può sorvolare su quanto previsto per Avellino e Benevento che, volendo riproporre il concetto di “macroarea” contano 713.977 abitanti.
Un bacino d’utenza per il quale sono stati programmati 7 presidi inseriti nella rete di emergenza. In particolare, per i cittadini di questi territori si è previsto un Dea (Dipartimento di emergenza e accettazione) di II livello all’interno del Rummo di Benevento.
“La disciplina di cardiochirurgia – si legge nel Piano – non viene programmata in quanto garantita nella macro area dal Moscati di Avellino”.
Il Moscati funge anche da centro traumi di zona, hub (centro di riferimento) di 1° livello nella rete cardiologica, hub nella rete Ictus e nella rete delle emergenze gastroenteriche, spoke II per la terapia del dolore e per la rete dell’emergenza pediatrica. Il Piano prevede anche un “… Dea di II livello nel Moscati di Avellino che funge anche da Centro traumi di zona, hub di II livello nella rete cardiologica, hub nella rete ictus, spoke II per la terapia del dolore, spoke per la rete emergenze gastroenteriche, spoke II nella rete della terapia del dolore, spoke II per la rete emergenza pediatrica”.
Saranno 3 i pronto soccorso dislocati nella provincia di Avellino: l’ospedale di Solofra, l’ospedale di Ariano Irpino, l’ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi.
Mentre in provincia di Benevento di pronto soccorso ne sono previsti due, il primo all’ospedale Fatebenefratelli di Benevento e l’altro al Sant’Agata dei Goti.
Determinante per le centinaia di cittadini che hanno bisogno di riabilitazione è la conferma del ruolo dell’ospedale Sant’Angelo dei Lombardi (Avellino).
La decisione della struttura commissariale è legata soprattutto al fatto che in quel presidio opera ormai da tempo la fondazione Don Gnocchi, che gestisce l’attività di riabilitazione intensiva e ha 15 posti letto per l’alta specialità neuro-riabilitativa.
Seguono poi tutta una serie di riconferme che, grazie alla riorganizzazione complessiva, dovrebbero migliorare l’assistenza.
Preoccupa gli addetti ai lavori l’intenzione di ridimensionare i posti letto. “La macro-area Avellino-Benevento – si legge – presenta un eccesso di offerta di posti letto rispetto al fabbisogno che il piano tende, pertanto, a riequilibrare”.
Nel Piano disposto dalla struttura commissariale sia in provincia di Avellino (Sant’Angelo dei Lombardi) che in quella di Benevento (Telese Terme) insistono centri di riabilitazione intensiva e di alta specialità neuro-riabilitativa e per mielolesioni a valenza regionale. Troppi i posti letto e troppe le discipline: chinirgia generale, ostetricia e ginecologia, oncologia e pneumologia. Il Piano prevede complessivamente una programmazione di 2.790 posti letto, con la riconversione della Casa di cura neuropsichiatrica Villa dei Pini, la rimodulazione del Fatebenefratelli di Benevento, degli ospedali di Solofra e Sant’Agata dei Goti.