MONTORO – Francesco Vietri, alias formaggino, coinvolto nell’inchiesta sull’omicidio di Michele Tornatore non calunnio’ Rocco Ravallese e Carlo Dello Russo con le sue dichiarazioni in sede di spontanee dichiarazioni nell’aprile 2017 e successivamente nel corso dell’interrogatorio davanti al Gip del Tribunale di Avellino Giovanfrancesco Fiore, facendo riferimento alla circostanza di un coinvolgimento di Ravallese e Dello Russo, insieme agli “amici di Avellino” nel delitto avvenuto il 4 aprile 2017 nel montorese (fatto per cui lo stesso Rocco Ravallese e’ stato archiviato dalle accuse della Dda di Napoli). Così ha deciso il Gup del Tribunale di Avellino Marcello Rotondi, che ha assolto “perché il fatto non sussiste” Vietri dall’ accusa di calunnia, così come aveva invocato il suo difensore, l’ avvocato Anna Caserta e lo stesso pm che ha istruito il processo, il sostituto procuratore Luigi Iglio. Il processo celebrato con il rito abbreviato ha visto anche una condanna a dieci mesi per falsa testimonianza e un rinvio a giudizio per lo stesso reato. Decisiva, molto probabilme te, nella definizione del procedimento la sentenza di secondo grado per il delitto di Contrada, quella che ha ribaltato l’accusa nei confronti di Vietri Francesco (condannato in primo grado all’ergastolo per omicidio e in secondo grado assolto con il solo riconoscimento di un concorso nella distruzione del cadavere) e depositata dalla difesa di Vietri. Fatto per cui sarebbe venuto meno l’intento calunniatorio per sfuggire ad eventuali responsabilità quale autore del delitto. Cosa che i giudici hanno escluso per quanto riguarda Vietri. La vicenda processuale nasce dalle dichiarazioni rese il 16 gennaio del 2019 dallo stesso Vietri nel corso del processo di primo grado. Circostanza in cui la Dda aveva chiesto la trasmissione degli atti al Tribunale di Avellino. La presunta calunnia nell’accusare Ravallese di usura e lo stesso insieme a Dello Russo di avere un ruolo nel delitto di Tornatore, causa di un debito non pagato dalla vittima, oltre al fatto stesso di aver ricevuto la Nissan Almera di Tornatore con il cadavere dello stesso all’interno nel suo garage (circostanza per cui pure aveva chiamato in causa terzi) non ci sarebbe stata. Ora si attendono le motivazioni della sentenza emessa stamane dal Gup del Tribunale di Avellino. Sia Ravallese che Dello Russo avevano rinunciato a costituirsi parte civile nel processo. Il deposito delle motivazioni e’ stato fissato in trenta giorni. Allo stato, del resto, quello di Tornatore resta un delitto che non ha visto identificati gli autori materiali e mandante.
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