IVREA. Uno degli aspetti più complessi e delicati che sono stati costretti ad affrontare gli investigatori per ricostruire il quadro in cui è maturato l’omicidio di Gloria Rosboch è stato quello separare e discernere fatti oggettivi da illazioni, elementi fondamentali per le indagini da piste fasulle. Verità e menzogna si confondono spesso nelle stesse dichiarazioni. Come le accuse che si scambiano i tre protagonisti (Gabriele Defilippi e Roberto Obert rei confessi del delitto e Caterina Abbattista, accusata di concorso in omicidio). Accuse dell’uno verso l’altra, e viceversa, si alternano a incredibili assoluzioni.
Il drammatico faccia a faccia
I verbali a suo tempo secretati per evitare fughe di notizie oggi, a conclusione indagini avvenuta, sono accessibili agli avvocati degli indagati. Dalle oltre mille pagine emergono particolari raccapriccianti. Dal faccia a faccia tra Defilippi e Obert (videofilmato) davanti al procuratore capo Giuseppe Ferrando, avvenuto mercoledì 18 maggio, dalle 9,30, si comprende una realtà fatta di droga e sesso, una realtà alterata in cui viene deciso il destino di Gloria: la morte. Perché la professoressa 49enne denunciando per truffa il suo ex allievo Defilippi che le aveva sottratto con l’inganno il tesoretto di famiglia, (187mila euro) ha firmato la sua condanna.
L’11 gennaio è giornata nella quale si decide l’ultimo capitolo di un romanzo torbido: l’uccisione della povera Gloria.«Gabriele è venuto da me, a casa. Non avevamo cocaina (mentre precedentemente si era parlato di assunzione di stupefacenti già in quella circostanza ndr) abbiamo avuto un rapporto sessuale normale». I due poi vanno, sulle rispettive auto alla discarica tra Rivara e Pertusio. Qui hanno un secondo rapporto sessuale. Poi iniziano ad ispezionare l’ex sito di smaltimento rifiuti. «Perché?» domanda Ferrando. Riferendosi a Gabriele, Obert dice: «Lui aveva detto che cercava un posto per far sparire la Rosboch. Un discorso che mi aveva già fatto poche ore prima». Viene fuori il discorso della pala. Inizialmente, infatti, Gloria una volta uccisa doveva essere sepolta. «Io vado vicino a queste vasche, e guardo dentro e dico a Gabriele scherzando “Qui c’è una bella vasca”». Gabriele avrebbe deciso in quel momento che quella sarebbe stata la tomba della sua ex insegnante, che aveva fatto innamorare e truffato. Ma nello stesso tempo Gloria era diventata anche la sua ossessione. Defilippi aveva paura di finire in galera per il raggiro. Ma, soprattutto, non accettava che «quella (…) abbia il coraggio di denunciarmi», dice.
La rabbia di Gabriele
Defilippi di quel giorno ha un ricordo ben diverso. Annebbiato dalla cocaina. «Ero fuori di testa quel giorno» dice confermando i due rapporti sessuali inframmezzati da diverse tirate di coca. «L’idea di eliminare Gloria era di Obert e non mia» attacca duro, accusando il suo ex amante. «Lui ha ucciso Gloria. Lui mi soggiogava ed io avevo paura di lui». E ricorda, in diversi verbali d’interrogatorio, come fosse il 56enne di Forno a provare una forte attrazione fisica per lui: «Ero in casa, avevo appena fatto un doccia. Sento arrivare Obert e Longoni (convivente di Obert). Obert mi incontra proprio mentre sto uscendo dalla doccia. Mi saluta e mi si avvicina, mi ha seguito in camera da letto e ho notato che si era sbottonato i pantaloni e che era eccitato. Io ho detto che c’era mia madre in casa, c’era mio fratello e quindi ero letteralmente terrorizzato dalla circostanza di poter essere sorpreso in questa situazione. Non ho gridato, però il mio dissenso era assolutamente manifesto. Non avevo avvertito la sua presenza dietro di me, avevo socchiuso la porta e all’improvviso me lo sono trovato dietro. Roberto mi ha penetrato, ma si è trattato di una cosa veloce perché ad un certo punto mia madre ha detto a voce alta “scendete, il caffè è pronto”». Il rapporto tra i due è sempre continuato tra alti e bassi sino alla rottura definitiva: Obert sente la pressione degli investigatori che ormai hanno compreso che l’ex impiegato della Danone ha preso parte all’esecuzione e lo braccano. Lui spaventato confessa e fa ritrovare il corpo. Defilippi lo viene a sapere in un secondo momento. «Maledetto cunì, maledetto coniglio» lo apostrofa.lasentinella.gelocal.it