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Omicidio Gioia, il 19 novembre udienza in Cassazione per Limata ed Elena

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Giovanni Limata ed Elena Gioia

AVELLINO- Sara’ discusso il prossimo 19 novembre davanti ai giudici della Prima Sezione della Corte di Cassazione il ricorso contro la sentenza di secondo grado per l’omicidio di Aldo Gioia presentato dall’ avvocato Rolando Iorio in favore di Giovanni Limata e dall’ avvocato Livia Rossi per Elena Gioia. I giudici come e’ noto avevano riformato la sentenza di primo grado e la condanna a 24 anni di reclusione per i due autori dell’omicidio di Aldo Gioia, ovvero la figlia della stessa vittima Elena e Giovanni Limata. Da ventiquattro anni di reclusione a diciotto anni. La decisione dei giudici della IV Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli per i due giovani noti come “fidanzatini killer”. A Giovanni Limata i magistrati avevano riconosciuto il vizio parziale di mente, per Elena era stato accolto il discorso relativo alla prevalenza delle attenuanti generiche sulle aggravanti. Nell’ultima udienza Giovanni Limata aveva inviato una lettera per chiedere perdono per quanto aveva compiuto e anche per sollecitare l’escussione in aula di persone informate sui fatti che erano state sentite in primo grado, dichiarando di non aver inferto che tre coltellate ad Aldo Gioia. Anche le parti avevano rassegnato le loro conclusioni davanti alla Corte, a partire dalle parti civili, l’avvocato Sartori, che difende la moglie e la figlia di Aldo Gioia, costituite solo contro Limata. A seguire l’avvocato Brigida Cesta, che difende i fratelli di Aldo Gioia, costituiti contro i due imputati. Infine gli avvocati Livia Rossi, difensore di Elena Gioia e Rolando Iorio, difensore di Giovanni Limata.

IL DELITTO E LE INDAGINI
Come e’ noto la vicenda giudiziaria si riferisce al gravissimo fatto di sangue avvenuto intorno alle 22:30 del 23 aprile 2021 all’interno dell’appartamento della famiglia Gioia al civico 253 di Corso Vittorio Emanuele ad Avellino. Alle successive 22: 38 giungeva una telefonata alla sala operativa della Questura di Avellino da parte di una donna, si trattava di Liana Ferrajolo, moglie della vittima, per chiedere l’intervento delle forze dell’ordine poiché il marito era stato accoltellato. In effetti Aldo Gioia era stato rinvenuto dal personale della “Volanti” riverso nel salone di casa. con la figlia Emilia che tentava di tamponare la copiosa perdita di sangue con una tovaglia. L’ uomo sarebbe deceduto poco dopo la mezzanotte del 24 aprile 2021 all’ospedale Moscati di Avellino. Nel corso del sopralluogo eseguito dal personale della polizia scientifica all’interno dell’immobile, nei locali sottoscala in prossimità dell’ascensore veniva rinvenuto un giubbino nero e un fodero di coltello di colore nero e all’interno del giubbino, oltre a capelli, biancheria e fogli di carta era stata rinvenuta una tessera sanitaria intestata a Limata Giovanni classe 98 di Cervinara. Limata era stato scoperto presso l’abitazione dei genitori a Cervinara e in una borsetta nera era stata anche recuperata l’arma del delitto, consegnata dallo stesso imputato. All’esame esterno eseguito sul corpo della vittima dalla dottoressa Carmen Sementa la salma di Aldo Gioia presentava ben 14 lesioni da arma bianca classificabili come lesioni da taglio localizzate sia agli arti superiori che a quelli inferiori. Le quattro all’altezza del torace avevano attinto gli organi interni. Le ferite erano compatibili con il coltello sequestrato. Lo stesso Limata, condotto in Questura dagli agenti della Squadra Mobile e gli ordini del vice questore Giancarlo Aurilia ammetteva di essere l’odore del delitto e soprattutto faceva il primo riferimento al coinvolgimento di Elena Gioia nella programmazione del delitto. Il processo con rito immediato era iniziato davanti ai giudici della Corte di Assise il 24 ottobre del 2021.

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