Omicidio Cipolletta: confessione shock di Cibelli

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Contrada – “Voleva avere un rapporto sessuale con me, io mi rifiutai e lui mi minacciò: dico tutto a tuo padre”. Ed ecco che scatta la follia omicida dell’infermiere ventisettenne Savino Cibelli, che per mesi è riuscito a tenere il tremendo segreto dentro di sé: è lui che ha ucciso senza pietà a colpi di martello il 30settembre scorso Sabino Cipolletta, dipendente comunale in pensione. E’ una confessione shock quella che Cibelli ha rilasciato al Gip Natalia Ceccarelli e alla pm Maria Luisa Buono, che aggiunge nuovi inquietanti elementi al delitto di Contrada. Non solo rapina quindi, ma anche motivazioni a sfondo sessuale quelle che hanno portato il giovane, figlio di una famiglia per bene molto nota in paese, insieme a Mario Ferraro, ad uccidere con numerose martellate il pensionato. Le due versioni di Cibelli e Ferraro contrastano: è un gioco allo scarica barile? Un tentativo di non mettere la parola fine ad un delitto atroce o c’è altro?
Inizialmente, ha raccontato Cibelli, i due avevano organizzato una rapina: sapevano che Cipolletta teneva in casa un’ingente somma di denaro, circa 50mila euro, i soldi della liquidazione. “Sono andato con Ferraro a prendere un martello nel suo garage. Pensavamo di utilizzarlo per forzare la porta d’ingresso”. Ma il pensionato era rincasato prima e per i due non è stato difficile farsi aprire la porta. Il piano era chiaro: Cibelli doveva distrarre la vittima, mentre Ferraro doveva frugare in casa, al piano superiore, alla ricerca del bottino. Ma non ce ne è stato bisogno. “Avevo il compito – ha spiegato Cibelli – di intrattenere Cipolletta. Siamo rimasti a chiacchierare. Lo conoscevo. Sapevo che aveva l’abitudine di incontrare ragazzi. Pagava, a volte anche con delle ricariche telefoniche. Ha iniziato a farmi delle avances. L’ho respinto, ma senza eccessiva decisione, anche per guadagnare tempo. Lui ha insistito. Poi ha pensato di costringermi con quella minaccia: dico tutto a tuo padre. E ho perso la testa. Sapevo che lo avrebbe fatto. Dicendo anche una cosa non vera. Non sono mai stato con lui. Ho immaginato le conseguenze e perso la testa. A terra c’era il martello. L’ho raccolto e iniziato a colpire. Non so quante volte. Ho colpito quasi senza rendermene conto”.
Qui contrastano le due versioni: Ferraro ha dichiarato di non essere stato presente al momento dell’omicidio, era in piazza, vicino alla statua di Padre Pio, faceva da palo. Cibelli ha invece confermato la presenza dell’amico nella casa dell’orrore: “Ferraro è sceso giù, si è avvicinato al corpo di Cipolletta e gli ha strappato l’anello e il ciondolo che indossava”. Cipolletta non è morto sul colpo, ma allora chi gli ha inferto la martellata mortale? Cibelli dice di non averla inferta. Secondo l’infermiere, lui, dopo aver lasciato agonizzante Cipolletta uscì fuori, per controllare se ci fosse qualcuno. Mentre usciva notò Ferraro che portava via dal corpo dell’uomo i preziosi. Ferraro ha raccontato, invece, che, quando era giunto nell’abitazione ha trovato il Cipolletta già morto, coperto dal tappeto e forse ancora agonizzante. Le due confessioni hanno un unico punto in comune: Cibelli si è auto accusato di aver ucciso la vittima. Le due ipotesi sono comunque al vaglio degli inquirenti: il Gip Ceccarelli ha comunque emesso, come chiesto dal pm Buono, una misura di custodia in carcere. L’accusa è gravissima: omicidio volontario con l’aggravante del ‘dolo d’impeto’.
Contrada, un paese incredulo. Nel tranquillo centro alle porte di Avellino già la notizia che un compaesano fosse stato ucciso in quel modo nella sua casa nel giorno del santo patrono, aveva gettato tutti nel più profondo sconforto. Scoprire poi che due giovani conosciuti in paese, in particolare Cibelli infermiere, fossero gli autori di questo efferato delitto ha dell’incredibile per una comunità piccola e tranquilla come quella contradese. I Carabinieri sono arrivati prima a Ferraro che a quanto pare aveva confidato a qualcuno in paese di essere a conoscenza dell’identità dell’assassino di Cipolletta. Indiscrezione che forse, insieme ad una prova scientifica fornita probabilmente dagli investigatori del Ris, ha tolto ogni dubbio a procedere agli uomini dell’Arma.

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