AVELLINO- “Ho concluso, sono cose grosse, tremerà Napoli e l’intero Paese”. Qualche giorno prima che morisse per mano di un commando delle Brigate Rosse, che lo uccisero in Piazza Nicola Amore insieme al suo autista Pasquale Paola, Antonio Ammaturo, il capo della Squadra Mobile di Napoli aveva parlato di quel dossier ai suoi piu’ fidati collaboratori e alla moglie aveva rivelato che ci sarebbe stata “un’eclissi”. Un dossier che invierà al Viminale, ma il funzionario venne assassinato un anno e mezzo dopo e dopo non se ne seppe più nulla. I cassetti della sua scrivania furono completamente svuotati, mentre suo fratello Grazio,al quale il vicequestore aveva inviato una copia di quel documento, non solo non lo ricevette ma morì poco tempo dopo in Tunisia a causa di un incidente stradale. Proprio ieri, in occasione dei cento anni dalla nascita di Ammaturo, abbiamo chiesto al giudice Carlo Alemi, il magistrato che si è occupato dell’istruttoria del sequestro dell’ex assessore Dc Ciro Cirillo e del caso Ammaturo, visto che proprio quel dossier riguardava la prima “trattativa” tra lo Stato e la camorra, la potente Nco di Raffaele Cutolo, che odiava Ammaturo, perche’ aveva ordinato una perquisizione nel castello di Ottaviano, se a distanza di quarantatre’ anni da quel delitto, con una verità giudiziaria che a tutti sembra parziale, si possa finalmente giungere ad una svolta o quantomeno ci sia ancora una speranza.
Presidente Alemi, oggi (ieri per chi legge ndr) il vicequestore Ammaturo avrebbe compiuto cento anni, ne sono passati quarantatre’ dalla sua uccisione, che per molti versi è ancora un mistero su mandanti e movente: pensa che davvero ci possa essere qualcuno ancora in grado di svelarlo, si parla tanto di Renato Cinquegranella, inserito nella lista dei cinque latitanti più pericolosi?
“Sono fuori da parecchi anni, quindi opinioni e pareri sulle valutazioni relative all’attualità ce ne sono molto poche. Quello che e’ importante e’ il discorso che Cinquegranella era un uomo di peso al suo tempo e mi meraviglia che sia ancora in circolazione. E’ latitante e non sappiamo se è vivo”.
C’e’ qualcuno che può ancora sapere?
“Più si va avanti nel tempo e più diventa difficile arrivare ad un poco di verita’. Diciamo che non voglio dire la totalità, ma penso la maggior parte dei testimoni di allora non e’ piu’ dei nostri. E quindi qualche cosa si potrebbe sapere da qualcuno delle Brigate Rosse che ha condotto la trattativa con i Cutoliani. Cinquegranelli e entrato in azione nella seconda parte delle trattative, quando hanno interrotto i rapporti con Cutolo”.
Cutolo ha sempre smentito di avere avuto il ruolo di mandante nel delitto, lei ci ha parlato, lo ha ascoltato nel corso delle indagini?
“Cutolo lo hanno sollecitato a parlare e intervennero i Servizi per farlo tacere. Con Cutolo abbiamo parlato per ore e ore. Bisognava separare il vero da quelle che oggi definiscono fake news. Posso dire che ne diceva molte”.
Sulla trattativa ormai non ci sono dubbi, sui mandanti dell’omicidio Ammaturo invece tanti. Restera’ un mistero italiano?
“Qualcuno conserva le carte che sono state fatte scomparire, probabilmente per servirsene al momento opportuno. Potrebbero essere sia nell’archivio delle Brigate Rosse e probabilmente in mano a qualcuno dei Servizi, la speranza è che possano sempre uscire fuori”.
Redazione Irpinia
Testata giornalistica registrata al tribunale di Avellino con il n. 422 del 21.5.2014
- Redazione – Via Dell’Industria snc – Pietradefusi (AV)
- 082573384
- redazione@irpinianews.it