PRATOLA SERRA- Spuntano anche le ombre su una procedura di appalto nell’inchiesta della Procura di Avellino e Napoli, guidate dai magistrati Domenico Airoma e Nicola Gratteri, su presunti fatti di corruzione e soprattutto corruzione elettorale avvenuti prima e dopo le elezioni regionali del 2020 a Pratola Serra, che ieri ha portato alla notifica di diciannove avvisi di conclusione delle indagini. Tutti collegati alla candidatura dell’allora presidente del consiglio comunale Antonio Aufiero, già sindaco, in corsa in quelle consultazioni nelle fila di Forza Italia.
Per questo motivo i pm Cecilia De Angelis della Procura di Avellino ed Immacolata Sica della Procura di Napoli, hanno provvisoriamente contestato un’ipotesi di turbativa d’asta sulla gara per l’affidamento, mediante Project Financing, della concessione pubblica che aveva ad oggetto la “gestione, e manutenzione ordinaria straordinaria degli impianti di pubblica illuminazione, la progettazione ed esecuzione degli interventi di messa a norma degli impianti e ammodernamento tecnologico e funzionale degli stessi, nonché le attività finalizzate al conseguimento del risparmio energetico mediante “project financing “.
I fratelli Aufiero con il concorso di altre figure amministrative e addirittura ricorrendo ad un parere “pro veritate”, secondo le accuse pilotato anticipatemente, avrebbero continuato una procedura di gara ab origine affetta da irregolarità tali da inibire, di fatto, la partecipazione al bando di gara ad altri operatori economici all’infuori dell’impresa.
La stessa che secondo quanto ricostruito dai Carabinieri della Compagnia di Mirabella, avrebbe finanziato la sede del Comitato Elettorale di Aufiero in Via Dalmazia e anche una vacanza di due giorni nel Ferragosto del 2020 in una struttura alberghiera di Amalfi. Le indagini dei militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Mirabella Eclano hanno così ricostruito i ruoli nella vicenda.
A partire da Aufiero Antonio e Aufiero Emanuele rispetivamente in qualità di presidente del
Consiglio Comunale, di fatto dominus delle vicende amministrative del Comune, di
Sindaco del Comune di Pratola Serra e di garanti dei pregressi accordi collusivi finalizzati all’aggiudicazione della gara sopra indicata all’impresa in cambio della promessa di somme di denaro, ancorchè conoscenza della assoluta irregolarità amministrativa della procedura di gara, ne impedivano l’annullamento, al fine di consentirne l’aggiudicazione alla società, richiedendo e ricevendo un parere pro veritate, preventivamente concordato,
che attestava la regolarità della procedura di gara; al medesimo fine decidendo
facendo disporre la trasmissione degli atti di gara dal Settore Tecnico Ufficio Lavori pubblici il cui responsabile era un tecnico al Settore Tecnico Ufficio Manutentivo Urbanistica, il cui responsabile era un assessore.
Per quanto riguarda invece un tecnico, nella qualità di responsabile del Settore Tecnico del Comune di Pratola Serra, nonché Rup per la fase di affidamento, con determina nr. 86 del 3.6.2019 dava inizio alla procedura di gara aperta pur a seguito delibera del Consiglio Comunale n. 5 del 20.2.2019 con cui veniva approvata la proposta di “gestione, la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti di pubblica illuminazione, la progettazione ed esecuzione degli interventi di messa a norma degli impianti e ammodernamento tecnologico e funzionale degli stessi, risparmio energetico mediante project financing, in totale assenza di validazione, da parte dell’Ente, del progetto posto a base di gara, obbligatorio ex art. 26 D.L.vo 50/2016; un quarto indagato, invece in qualità di Responsabile del settore tecnico – ufficio manutentivo urbanistica, partecipe degli accordi collusivi, adottava la determina di aggiudicazione definitiva della concessione innanzi indicata in favore della ditta dell’imprenditore che sosteneva la campagna elettorale di Aufiero.
Proprio la Procura di Napoli, nell’avviso di conclusione contesta nei confronti di Antonio Aufiero per questa specifica vicenda anche la corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio. Reato per cui la Procura di Napoli ha contestato anche
l’aggravante dell’essere i patti corruttivi afferenti alla stipulazione di contratti con la
pubblica amministrazione di appartenenza dei pubblici ufficiali”.