Oltre duecento detenuti in più nei penitenziari irpini, il Garante lancia l’allarme sovraffollamento

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Samuele Ciambriello e Paolo Pastena

Alfredo Picariello – Oltre duecento detenuti in più nei penitenziari di Avellino, Ariano Irpino e Sant’Angelo dei Lombardi. 250, per l’esattezza. Samuele Ciambriello, garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive, questa mattina ha visitato la casa circondariale “Antimo Graziano” del capoluogo irpino – accompagnato dal direttore Paolo Pastena – ed ha poi illustrato la relazione annuale 2018, 330 pagine ricche di numeri e considerazioni. Ad Avellino, al 30 giugno 2019, i detenuti sono 595; la capienza regolamentare è di 501. I detenuti nel carcere di Sant’Angelo dei Lombardi sono 185 (capienza regolamentare 126), ad Ariano Irpino 335 (capienza regolamentare 275).

Una situazione allarmante se si considera, come sottolinea lo stesso Ciambriello, la concomitante carenza di personale. Ad Avellino, ad esempio, la polizia penitenziaria prevista è di 297 agenti, quella presente è di 211 + 5 cinofili, + 54 Nucleo traduzioni e piantonamenti; va meglio a Sant’Angelo, con 99 agenti presenti rispetto ai 95 previsti. Ed anche ad Ariano, con 165 agenti previsti e 167 presenti. Un altro aspetto che Ciambriello segnala è la sanità. “Bisogna raddoppiare i numeri di medici e infermieri, raddoppiare il numero di ore per psicologi e psichiatri”. Ad Avellino, ad esempio, da gennaio un solo psichiatra si reca in carcere non più di due volte al mese. “Ci sono anche ritardi – dice il Garante – per visite specialistiche e ricoveri ospedalieri. Si potrebbero rafforzare le strumentazioni sanitarie all’interno di qualche istituto”.

Ciambriello lancia una proposta: “Personalmente sono un fautore di un uguale diritto alla salute per tutti. Nelle carceri irpini credo ci sia un’omissiva presenza della sanità. Occorre provvedere alla stabilizzazione delle figure sanitarie”. Un’altra “croce” è l’annosa carenza di acqua che continua a creare non pochi problemi nel carcere di Avellino. Un carcere, secondo Ciambriello, le cui condizioni “appaiono ad oggi discrete”. Però “la sezione femminile è una struttura vecchia che va assolutamente ristrutturata, a partire dalla sala colloqui che è uno stanzone freddo e squallido”. Ottime invece le condizioni della Casa Circondariale “Bartolo-Famiglietti e Forgetta” di Sant’Angelo. Stessa cosa per l’istituto di custodia attenuata per detenute madri di Lauro. Ciambriello però si sofferma sui colloqui per quel che riguarda tutti gli istituti irpini. “Occorre – afferma – adottare un modello di organizzazione e programmazione di colloqui che garantiscano frequenza, che riduca i tempi dell’attesa dei familiari tramite un sistema di prenotazioni”.

Samuele Ciambriello

Nella relazione annuale, stampata presso la tipografia della Casa circondariale di Sant’Angelo dei Lombardi (opera di copertina realizzata dai detenuti dell’articolazione psichiatrica di Secondigliano), c’è anche un capitolo dedicato alla progettualità. A Lauro di recente si è concluso un progetto sulla genitorialità; è attivo uno sportello di sostegno per le donne madri a Pozzuoli, Avellino e Salerno; ad Ariano saranno consegnati, a breve, un tavolo da ping pong ed un biliardino; nel carcere di Bellizzi è in corso un progetto di “Scultura terapia”, mentre a Sant’Angelo c’è il progetto “Sportello di segretariato per il reinserimento socio-lavorativo”.