“Quando le istituzioni diventano lo spazio dell’insulto si registra la sconfitta della politica. Ancor di più quando è una donna la destinataria di parole irrispettose, volgari, scomposte. Come è accaduto a Caterina Lengua nel corso dell’ultima seduta di consiglio comunale a Cervinara. Caterina è una donna impegnata da sempre in politica, è una sindaca che ha dimostrato negli anni di saper bene interpretare il suo ruolo e la sua funzione. Come segreteria provinciale del Partito Democratico irpino non possiamo che testimoniarle la nostra sincera e sentita vicinanza”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dalla federazione provinciale del Pd di Avellino. “Comportamenti come questi – si legge ancora – vanno oltre il consentito ed oltre il tollerabile e devono, perciò, essere denunciati con forza e senza tentennamenti. Far calare il silenzio su vicende come questa significa esserne per certi versi complici. Il Partito Democratico, forza progressista e che condanna da sempre ogni forma di violenza e di discriminazione, non può far altro che mettersi al fianco di Caterina e di tutte quelle donne impegnate nelle istituzioni ed in politica che, proprio per la loro appartenenza di genere, spesso sono costrette a subire attacchi sessisti ed offese. Estirpare questi retaggi medievali significa rendere un buon servizio alla democrazia”.
Solidarietà anche dalla candidata sindaca di Avellino Laura Nargi:
«Esprimo la mia più sincera solidarietà all’amica Caterina Lengua, sindaco di Cervinara ed esponente del PD, per le offese sessiste di cui è stata vittima nell’ultima seduta di Consiglio comunale, e delle quali ho appreso dalla stampa». «Quando si tratta di difendere i diritti delle donne rispetto agli atteggiamenti discriminatori ed irrispettosi che, ancora oggi, sono purtroppo frequenti fuori e dentro le istituzioni pubbliche, non esistono distinzioni politiche e partitiche. La violenza verbale nei confronti delle donne ed il pregiudizio che spesso ne è alla base vanno censurati con forza ed arginati. Resto convinta – chiosa Nargi – che l’offesa, il livore, il fango e la delegittimazione personale rappresentino uno dei mali peggiori per una civile e costruttiva dialettica democratica».