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Nuovo clan Graziano, l’atto di accusa dell’Antimafia a gennaio per i vertici del gruppo

VALLO LAURO- La requisitoria del pm antimafia Luigi Landolfi nel processo al Nuovo clan Graziano slitta al prossimo ventuno gennaio, quando ci sarà molto probabilmente anche il verdetto dei giudici del Tribunale collegiale di Avellino. Questa mattina è scattato il rinvio alla nuova data.
Il processo a carico di Mazzocchi Antonio, detenuto per altra causa a Siracusa e assistito dal penalista Sabato Graziano, Graziano Fiore, detenuto per altro e difeso dai penalisti Raffaele ed Isidoro Bizzarro , Salvatore Graziano, libero, difeso dall’avvocato Raffaele Bizzarro, Ludovico Rega, detenuto a Firenze e difeso dal penalista Antonio Iannaccone. Tutti sono sotto processo a “piede libero”, perche’ gia’ condannati per i fatti estorsivi della stessa inchiesta. Il processo al “Nuovo Clan Graziano”, il gotha del gruppo quindicese che secondo le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino si sarebbe riorganizzato dopo le scarcerazione “eccellenti” a fine 2017 di Fiore e Salvatore Graziano, figli del defunto boss Arturo, che avevano stretto un patto per gestire il racket e il condizionamento delle attività politiche ed economiche nel Vallo di Lauro con Antonio Mazzocchi, l’ex poliziotto cognato di Adriano Sebastiano Graziano (estraneo a questa organizzazione). Tutti e tre sono stati infatti indicati dalle indagini dei pm Antimafia Simona Rossi e Luigi Landolfi come promotori e organizzatori del gruppo, disarticolato da un blitz scattato nell’agosto 2019, per frenare una probabile ripresa della faida con il clan avversario dei Cava (dalle intercettazioni ambientali e tramite trojan dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino erano emersi tentativi da parte di Mazzocchi di organizzare un agguato ai danni di Salvatore Cava jr, scarcerato nel maggio 2019)

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