Ilenia Gubitosa – Nuovi sequestri preventivi interessano Autostrade per l’Italia, firmati dal Gip del Tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone, su richiesta della locale Procura della Repubblica, guidata dal procuratore Rosario Cantelmo, che riguardano 3 ulteriori ponti presenti sull’A16 Napoli-Canosa.
A seguito dei lunghi anni di inchieste che pesano sulle proprie spalle, viene spontaneo pensare come Aspi avrebbe dovuto sin dall’inizio, a prescindere dai continui interventi dell’Autorità Giudiziaria, intervenire sulle condizioni precarie manutentive delle autostrade italiane, tuttavia continua nella condotta “scarsamente collaborativa” di sempre.
Il risultato dell’atteggiamento “reiterato” di Autostrade si legge chiaramente nell’ordinanza del giudice, nella quale sono dettagliatamente elencate le condizioni di criticità di altri 3 ponti presenti sull’autostrada A/16, in particolare per i viadotti “Serra dei lupi”, “Flumeri” e “Agrifoglio dx”, i quali presentano gravi difetti di manutenzione che impongono, senza ombra di dubbio, l’immediato intervento di sequestro.
Dunque, ne consegue, inevitabilmente, il sequestro preventivo delle barriere bordo-ponte istallate sui viadotti esaminati dal personale ministeriale, presenti sull’autostrada A/ 16 Napoli-Canosa tra le uscite Grottaminarda e Vallata, che prevede la chiusura al traffico veicolare delle corsie di marcia contigue al margine destro della carreggiata in corrispondenza delle barriere stesse, e la regolamentazione al traffico sulle carreggiate libere con le modalità seguenti:
Viadotto “Serra dei Lupi”: inibizione alla circolazione sulla carreggiata est, inibizione della circolazione dei trasporti eccezionali su entrambe le direzioni.
Viadotto “Flumeri”: inibizione della circolazione sulla carreggiata est, estesa anche ai trasporti eccezionali.
Viadotto “Agrifoglio”: inibizione alla circolazione sulla corsia di sorpasso della carreggiata est; regolamentazione sulla restante parte della carreggiata del traffico pesante, fino ad una massa di 44 tonnellate, con introduzione del divieto di sorpasso ed interdistanza di almeno 50 metri tra i veicoli pesanti; inibizione per i trasporti eccezionali.
Alla base dell’ordinanza del Giudice, c’è una Pec a firma dell’ing. Migliorino, datata 17 febbraio 2020 e inviata dall’Ufficio Ispettivo Territoriale di Roma alla Procura di Avellino, contenente gli esiti delle ispezioni effettuate sui viadotti in esame. Sopralluoghi, quelli del 13 e 14 febbraio 2020, ai quali erano presenti anche tecnici e dirigenti Aspi, dove per tutti e 3 i viadotti sono emerse “carenze manutentive che, congiuntamente agli incrementi dei carichi di servizio, possono non garantire i necessari standard di sicurezza della circolazione autostradale e della pubblica incolumità”.
Successivamente, sempre da Roma, è arrivato ai magistrati avellinesi un report fotografico, riguardante lo stato di degrado dei viadotti in questione, soprattutto delle loro strutture portanti, in cui è evidente come sia pericolosa la circolazione stradale in quei tratti, in particolare per i mezzi pesanti e per quelli adibiti a trasporto eccezionale.
In sede di ispezione, sui viadotti interessati dal sequestro, sono diverse le criticità emerse, come le gravi mancanze manutentive, i movimenti franosi che interessano il terreno sul quale è poggiato uno dei 3 ponti, l’evidente stato di degrado e precarietà delle strutture.
Sono allarmanti, dunque, le preoccupazioni dell’UIT di Roma, emerse durante quei due lunghi giorni di sopralluoghi, considerando “l’assoluta inadeguatezza” , “la situazione di pericolosità” e le “precarie condizioni” in cui si trovano i 3 viadotti ispezionati.
Secondo il parere dei magistrati avellinesi è necessario ricorrere ai ripari, attraverso misure interdittive, come è avvenuto con i precedenti provvedimenti, con lo scopo di “rimuovere lo stallo operativo tra i rappresentanti di Autostrade e gli uffici ministeriali” affinchè si definiscano al più presto gli interventi di riqualifica dei tratti critici.
Per giunta, è impossibile contare sul buon senso della società Autostrade affinchè possa considerare, autonomamente, di prendere iniziative per la risoluzione delle gravi condizioni in cui versano i viadotti.
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