Novolegno, al Mise per fermare i tagli e riaprire la vertenza

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Marco Grasso – A Roma per aprire uno spiraglio nella vertenza Novolegno. L’incontro dello scorso 8 marzo in Confindustria ha confermato la ferma intenzione del gruppo Fantoni di lasciare l’Irpinia. Le 117 lettere di licenziamento annunciate nelle settimane scorse sono già partite e il margine per una soluzione alternativa alla chiusura dello stabilimento di Arcella si è ulteriormente ridotto.

Domani pomeriggio, giovedì 14 febbraio, azienda e sindacato si ritroveranno al Ministero dello Sviluppo Economico. “La situazione è critica, speriamo sia ancora possibile riaprire il confronto con l’azienda su basi diverse”, precisa il segretario della Fillea Cgil Antonio Di Capua.

Se, come prevedibile, l’azienda riconfermerà anche a Roma le sue intenzioni, si tenterà di percorrere altre strade. Una di queste potrebbe essere quella del progetto pilota dell’Alta Irpinia, oggetto di un’interrogazione in consiglio regionale. La presenza al tavolo degli assessori Marchiello e Palmeri consentirà di entrerà nel merito di una proposta che punta ad inserire la Novolegno all’interno della Azienda Forestale dell’Alta Irpinia in modo da recuperare il know how di una realtà industriale che opera in Irpinia da oltre trent’anni.

Domani sarà inoltre possibile anche verificare l’esistenza di altri eventuali imprenditori interessati a rilevare e rilanciare lo stabilimento irpino. In questo senso la presenza di Confindustria potrebbe contribuire a fare chiarezza. “Al momento – aggiunge Di Capua – non abbiamo registrato alcun segnale, non credo ci siano trattative in corso. Il presidente di Confindustria Bruno ha auspicato l’intervento di altri imprenditori, ma non mi sembra ci sia nulla di concreto”.

Al tavolo ministeriale si dovrà anche definire e pianificare il futuro dei lavoratori, a partire naturalmente dagli ammortizzatori sociali da attivare per garantire loro una copertura economica. Una delegazione di operai, come confermato nel corso dell’assemblea di oggi in sede, sarà a Roma con i rappresentanti sindacali locali e nazionali.

Proprio per consentire ai lavoratori di essere presenti all’incontro, le organizzazioni sindacali hanno proclamato per domani uno sciopero di otto ore. E sarà stop per l’intera giornata anche venerdì 15 marzo, in concomitanza con la giornata di sciopero generale dell’edilizia.