Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un lavoratore El.Ital:
“Era il mese di Ottobre del 2016, quando la Direzione Aziendale del’El.Ital, convoca le segreterie provinciali e le R.S.A per discutere di “problematiche urgenti e serie”. Anche i lavoratori, avvisati dai rispettivi rappresentanti sindacali si mobilitarono e accorsero in massa, tutti davanti ai cancelli, dove da tempo era stato posto un presidio, con bandiere, striscioni e vessilli di tutte le organizzazioni sindacali (Fiom, Fim, Uilm, Fismic e Ugl).
La protesta in atto era per le gravi mancanze economiche, da parte del Pugliese, nei confronti di noi lavoratori. All’incontro parteciparono i segretari provinciali di Fiom, Fim, Uilm e le R.S.A., partecipai anche io in sostituzione del segretario dell’Ugl. Per l’azienda partecipò, il Dott.Napolitano e tramite collegamento telefonico, Massimo Pugliese.
Il Pugliese iniziò l’incontro, con una telefonata, appunto, in cui spiegava che a breve ci sarebbe stata una importantissima visita da parte di una multinazionale tedesca, che avrebbe dovuto portare una serie di commesse di lavoro ed era inoltre in contatto anche con una società spagnola: per tutto questo e per la straordinaria opportunità presentataci, Il Pugliese chiese di togliere immediatamente il presidio, perché “dava una cattiva immagine all’azienda” (in quel momento, da ricordare, che l’erba adiacente all’azienda era alta due metri).
La nostra delegazione Ugl, rispose, che era meglio fare i pagamenti e azzerare i debiti che il Pugliese aveva nei confronti di tutti i lavoratori e in cambio poteva essere tolto immediatamente il presidio. Morale della favola: tutti i lavoratori che erano presenti davanti ai cancelli, sposarono la nostra scelta (chiaramente i pagamenti non furono saldati e il presidio non fu tolto).
Ma incredibilmente, dopo qualche settimana, la Direzione Aziendale (di nuovo telefonicamente), invitò di nuovo le segreterie provinciali a togliere il presidio. A nostro malincuore, questa volta la richiesta fu esaudita e in fretta e furia la Fiom, la Fismic, la Uilm e la Fim, tolsero i loro vessilli e ammainarono le loro bandiere, arrendendosi, ancora una volta, alle favole del Pugliese.
I lavoratori senza ricevere un centesimo e senza risolvere nessun problema per cui stavano lottando da tempo, deposero mestamente le armi.
Ma fortunatamente, non tutti si piegarono a questo volere: infatti un gruppo di lavoratori, tra cui il sottoscritto, unitamente alle bandiere Ugl e agli striscioni sono rimasti in piedi, a combattere. Ancora una volta, il nostro gruppo di lavoratori non aveva abboccato alle bugie, infatti i tedeschi, gli spagnoli sparirono nel nulla per comparire come per magia, dopo qualche mese, con il volto di un libanese, ma questa forse è l’ultima puntata della vicenda Massimo Pugliese. Almeno lo si spera.”
Il lavoratore Carmine Marano