Non chiamatela Cenerentola. L’Air è la più convincente del torneo

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Avellino è sulla bocca di tutti e, per una volta, non si tratta di ‘monnezza’: a tenere banco nei bar e sui giornali della penisola è l’impresa dell’Air, che ha fermato la stellare Montepaschi grazie ad una prestazione semplicemente maiuscola sotto ogni aspetto del gioco. Con la lucidità e la freschezza del giorno dopo balza ancora di più agli occhi l’eccellenza tattica e la cattiveria agonistica messa in campo dagli uomini di coach Boniciolli. A partire dal tecnico, attentissimo ad ogni sfumatura del match e pronto a rispondere colpo su colpo alle variazioni escogitate da Pianigiani per provare a prendere il largo, tutti hanno sbagliato poco o nulla. Nessuno in Italia e pochi, pochissimi, in Europa erano riusciti a fare quello che Avellino ha confezionato nella magica notte del Del Mauro: giocare tutti e quaranta i minuti con la stessa intensità di Siena, per poi sopraffarla nel finale dal punto di vista agonistico e atletico. Se anche il Tau di Vitoria si era dovuto inchinare all’offensiva finale dei mensanini, guidati dal solito McIntyre, la Scandone non si lascia piegare e anzi colpisce di rimessa, come il più esperto dei pugili, con l’Mvp assoluto e incontrastato del nostro campionato. Marques Green, lo si è abbondantemente capito, è uno che ha il triller nel sangue e lo dimostra ancora una volta mettendo a segno dei canestri semplicemente senza senso nei momenti più delicati dell’incontro. Come accaduto con Capo d’Orlando, Napoli, Scafati e in mille altri momenti del girone di andata il play di Philadelphia è riuscito a surclassare tutto e tutti proprio nel momento più difficile dell’incontro. La palla non sembra pesare nelle sue mani e anche contro Siena il numero 4 irpino ha trattato i possessi decisivi con la sicurezza e la tranquillità di chi ‘capisce’ la pallacanestro più di altri. Un’intelligenza cestistica superiore, infatti, è quello che consente a Green di mantenersi su questi standard di eccellenza assoluta. “Merito di papà” ha sempre sottolineato Marques. E al padre pensa anche Pete Lisicky, il numero uno assoluto dello spogliatoio biancoverde. “Mio padre – ha confessato il passaportato – nelle scorse settimane mi aveva detto di tornare in America e di provare a ricominciare la carriera da lì. Io ho rifiutato, gli ho spiegato che a me da quest’anno non interessano i minuti ma essere il più professionale possibile, contribuendo al successo della squadra anche con le piccole cose”. Il campo, giudice inconfutabile e veritiero, ha dato ragione al buon Peter, vero collante di questo team. E se Righetti, da applausi come sempre, preferisce non sbilanciarsi e dormirci su, è ‘Big Dog’ Williams a prendersi il proscenio, complice anche una prova di assoluta strapotenza fisica e tecnica dal post. Il lungo di Wake Forest è in una fase di crescita spaventosa e Boniciolli a fine partita lo ha definito “Il miglior centro del nostro campionato”. Lo stesso coach triestino ha voluto sottolineare l’enorme prestazione del team e ha ammesso che, a questi livelli, quelli contro Siena sono stati i migliori quaranta minuti difensivi della sua Scandone. “E’ frutto della continuità – ha spiegato Boniciolli – e della voglia di cambiare poco o nulla”. A proposito di cambiamenti: si allontana la pista Crosariol ad Avellino. Il lungo ha fatto una richiesta economica che al momento è fuori dalla portata delle già spolpate casse biancoverdi ed è quindi molto probabile che la sua destinazione sia Roma, compagine alla disperata ricerca di chili e centimetri da mettere sotto le plance. Le uniche novità di mercato, dunque, potrebbero arrivare da oltreoceano; difficile pensare però che lo staff decida di tentare un innesto complicato di un americano, con tutti i relativi problemi di ambientamento annessi e connessi, in questo momento di grande forma. Poco male: l’Air, lungo o non lungo, guardia o non guardia, si è ufficialmente candidata ad essere una delle anti-Siena alle prossime Final Eight di Bologna. Non chiamatela più cenerentola. (Giu.Mat)

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