Il “Comitato civico Palazzine Bene Comune”, costituitosi spontaneamente ad Aquilonia, si è giocata l’ultima carta per salvare le palazzine storiche, l’ultimo lotto ancora esistente del primo insediamento post sisma 1930.
L’appello è stato sottoscritto da oltre trenta firmatari, soprattutto esponenti della cultura e delle professioni.
“In un piccolo comune dell’Appennino meridionale – si legge nella nota – si sta per consumare l’ennesimo atto di una capillare distruzione della memoria collettiva. Le palazzine sono lì da più di 80 anni, unica testimonianza residua di un passaggio essenziale della storia di una comunità segnata da distruzioni, delocalizzazioni e ricostruzioni, ma ora devono sparire”; chi ha preso questa decisione non sembra avere alcuna idea progettuale per quel comparto del paese, solo l’intenzione di liberarsi del ‘vecchio’: perché cancellare i segni della complessa vicenda storico-sociale di Aquilonia, che nella sua drammaticità costituisce un carattere peculiare dell’identità del luogo? Perché preferire la ruspa alle possibilità che la progettazione, specie se partecipata dai cittadini che conservano un forte legame affettivo con quelle pietre, potrebbe realizzare per rigenerare il patrimonio edilizio storico e insediarvi attività capaci di rafforzare la coesione della comunità? L’esistenza stessa di un piccolo comune dell’Italia interna è legata a fragili fondamenta. Il senso di appartenenza ai luoghi, la consapevolezza della propria storia, fanno parte di queste condizioni di base”. Tuttavia l’appello riconosce che “la desolazione di questa Italia interna non sarà vinta con la mera conservazione, ma con l’innesco di nuove idee sulle fondamenta della storia”.
Tra i promotori anche il geografo di fama internazionale Franco Farinelli, il musicista irpino Vinicio Capossela, lo scrittore “paesologo” Franco Arminio, l’antropologo calabrese e teorico della “restanza” Vito Teti, il suo collega palermitano, studioso di antropologia dell’abitare, Franco La Cecla, l’imprenditore del legno Luigi Iavarone, il consigliere regionale della Campania Francesco Todisco, numerosi architetti e docenti.
L’appello chiede di salvare l’ultimo lotto ancora esistente del primo insediamento post sisma 1930 del comune di Aquilonia, rappresentato da un nucleo di 6 casette antisismiche costruite per ospitare in via temporanea gli sfollati del terremoto cosiddetto “del Vulture”. La delibera parte dall’Amministrazione comunale anche in assenza dell’autorizzazione da parte della Soprintendenza di Avellino: è stato già affidato l’incarico a una ditta locale.
L’abbattimento sarebbe in programma già nella giornata di oggi.