Avellino – Nel Corso dell’incontro tra le delegazioni dell’UE e della Turchia è stata valutata la situazione di mercato delle due aree di maggiore produzione mondiale di nocciole e sono stati analizzati i reciproci meccanismi di sostegno. Le previsioni indicano una produzione mondiale sostanzialmente in ripresa, per effetto soprattutto della produzione della Turchia, paese che, come noto, copre mediamente ben oltre il 70% del totale della produzione ed influenza fortemente l’andamento del mercato delle nocciole. Il raccolto turco è stimato in crescita attorno alle 660.000 tonnellate, dopo la forte contrazione a 430.000 tonnellate del 2011, in ogni caso ben lontano dai livelli produttivi record raggiunti nel 2008 con 860.000 tonnellate.
Per l’Italia, il secondo produttore mondiale, dopo le 128.000 tonnellate del 2011, dato che ha rilanciato la produzione nazionale oltre la soglia delle 100.000 tonnellate, è attesa una contrazione del 30% circa, con una buona qualità del prodotto. In calo sono previste anche le produzioni di USA e Spagna.
Coldiretti, che ha partecipato al summit, ha evidenziato alla delegazione turca, ma anche alla Commissione Europea, come sia utopistico parlare di libero mercato tra UE e Turchia, quando le condizioni di produzione tra i due leader mondiali della nocciola sono assolutamente diverse, per regole ambientali, fitofarmaci utilizzabili, normativa sul lavoro.
“In sostanza è emerso un quadro improntato alla crescita della produzione, ma non così forte come si poteva temere – riflette il presidente di Coldiretti Avellino, Francesco Vigorita -. E’ importante che i singoli operatori e le strutture organizzate irpine non svendano il prodotto, vista la riduzione del raccolto e la buona qualità dello stesso”.