I No Triv tornano all’attacco e fanno appello ai sindaci attraverso le parole di Goffredo Pesiri, rappresentante del Comitato No Trivellazioni Petrolifere in Irpinia: “Gli attivisti no triv possono sollecitare le istituzioni, è venuto il turno dei sindaci. Il 4 aprile, rispetto al progetto denominato Nusco, le competenze passeranno dalla Regione Campania al Ministero dell’Ambiente. Prima che le carte da Napoli arrivino a Roma, è necessario riunire quanto prima le fasce tricolori ed inviare altra documentazione. Si deve ricostituire il fronte degli amministratori”.
L’attivista di Gesualdo non risparmia Caldoro e la Regione Campania: “L’assessore Fucci ha fatto bene ad impugnare lo Sblocca Italia. Tale decisione, però, non basta. La Regione Campania aveva il dovere di esprimersi sul progetto, seguendo il modello della Basilicata, che ha manifestato il proprio parere rispetto a cinque programmi di ricerche. Basterebbe introdurre quelle norme urbanistiche in grado di tutelare l’Irpinia e le sue vocazioni, inserendo la provincia di Avellino tra le aree da preservare, come previsto dall’art. 38 comma 1 bis dello Sblocca Italia”.
Rincara la dose Francesco Celli di Info Irpinia: “La notizia che la Regione non avrebbe prodotto in tempo la valutazione d’impatto ambientale, purtroppo, l’avevamo già ricevuta, in modo informale, dai commissari stessi. Sul tema idrocarburi, esistono troppi interessi, che hanno trovato le porte spalancate di politici non legati alle sorti dell’Irpinia”.
Di tutt’altro avviso Raffaello De Masi, consulente della British Petroleum: “La mancata presa di posizione da parte della giunta Caldoro è solo un problema politico. Non si può ignorare quanto sta accadendo in Emilia Romagna, dove gli esperti della commissione tecnica hanno negato possibili correlazioni tra trivellazioni ed eventi sismici. Io penso che il governo ha già optato per uno sviluppo basato sugli idrocarburi. Il giudizio di Renzi, quindi, deve essere omogeneo per tutti i luoghi. Io mi auguro che il progetto Ñusco possa andare avanti perché rappresenta una speranza per le nuove generazioni, sia dal punto di vista occupazionale che delle royalties, come già ribadito dalla Cgil di Camusso”.