Neve in Irpinia: quando un mulo salvò una donna al nono mese di gravidanza

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Pasquale Manganiello“Ovunque era ghiaccio. La neve per la tramontana impetuosa volava dappertutto, creando nell’aria una nuvola di polvere. La temperatura era sempre stata intorno allo 0. Ad Avellino cadde 1 metro e 70 di neve durante quella tosta ondata di maltempo di inizio dicembre 73.”

Ricordi vividi di quell’anno si intrecciano, uno spettacolo stupefacente torna alla mente a chi ha vissuto quel rigido inverno di tanti anni fa: una montagna di neve asciutta incredibile, la strada immacolata, il silenzio, il mondo fermo.

Fu una nevicata lunga e interminabile capace di mettere in ginocchio tutta l’Alta Irpinia, tanto da richiedere l’aiuto dei soccorsi e l’intervento dell’esercito per liberare i paesi dall’isolamento. Mancarono acqua e luce, si confidava che le scorte di legno e cibo potessero bastare, si spalava la neve con la forza delle proprie braccia, scavando piccoli tunnel e gallerie per non restare prigionieri delle proprie case.

Un vero dramma fu sfiorato a Montefusco dove una donna al nono mese di gravidanza fu trasportata da un mulo lungo una stradina di campagna occlusa dalla neve fino al centro del borgo irpino dove un elicottero la attendeva per trasportarla nel più vicino ospedale e permetterle di avere un’assistenza al parto, evitando così rischi per la sua salute e per quella del nascituro.

Una storia che viene spesso raccontata dai nonni ai propri nipoti.

Un percorso tortuoso in mezzo ai castagni carichi di neve fino a quell’elicottero che in pochi avevano mai visto, proprio lì a due passi, il viaggio verso l’ospedale e il parto che filò liscio senza complicazioni.

Una delle tante vicissitudini vissute dagli irpini in quell’inverno rimasto nella storia della nostra provincia.