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Navigator, un “affare corrente” in scadenza? E la politica tace

Il prossimo 31 luglio scadranno i contratti a 538 navigator di cinque regioni italiane, inclusa la Campania. Il 31 ottobre anche quelli delle restanti regioni.

Fatta eccezione per uno sparuto gruppo di esponenti politici che da sempre difende il Reddito di Cittadinanza ed il nostro ruolo istituito per legge (ex art. 12, co. 3, D.L. n. 4/2019, convertito in Legge n. 26/2019), il Governo ad oggi non ha ancora trovato una soluzione per oltre 1600 precari di Anpal Servizi, ente strumentale del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale Lavoro e delle Politiche Sociali da cui dipende il nostro futuro nelle Politiche Attive del Lavoro del Paese, magari a valere sul PNRR e sul GOL.

L’incontro avutosi lo scorso 12 luglio con i Rappresentanti del Ministero, a margine della manifestazione sindacale, si era concluso solo con un rinvio ad una successiva riunione tra le parti, fissata per il 22 luglio: poco o nulla rispetto a ciò che ci attendevamo, ma la porta era comunque rimasta aperta.

Ad oggi con la crisi di governo, piombata all’improvviso sulla nostra vertenza lavorativa, la nostra soluzione rischia di non vedere mai la luce: la riunione del 22 luglio, dalla quale dipendeva il futuro professionale di oltre 500 lavoratori, è saltata, e non possiamo che auspicarci che possa essere riconvocata a brevissimo termine, al massimo entro la prossima settimana, in virtù dei pochi giorni restanti alla scadenza del contratto.

Crediamo, tuttavia, nel ruolo determinante dei Sindacati a nostro favore. A questi chiediamo che nella prossima convocazione del 27 luglio con Draghi venga trattata anche la nostra vertenza corrente, quale simbolo di lotta al precariato pubblico che per numeri è la più rilevante in Italia.

E per noi navigator campani il 31 luglio potrebbe essere il giorno, oltre che del danno, anche della beffa: corriamo seriamente il rischio di non ricevere nemmeno lo stipendio, dal momento che Anpal Servizi ha “congelato” il nostro contratto appellandosi ad una clausola sospensiva, non necessaria e tantomeno vincolante, che richiama un presunto placet della Regione Campania circa l’utilizzo della nostra assistenza tecnica.

In Campania, dal 1°giugno al 31 luglio, i collaboratori di Anpal Servizi sono infatti stati assunti con un contratto contenente una clausola che ne sospende appunto l’efficacia, per una presunta indisponibilità della Regione e che li priva, di fatto, della retribuzione e del diritto ad accedere all’indennità di disoccupazione che spetterebbe loro in virtù del lavoro svolto fino ad oggi.

Tale circostanza, verificatasi in spregio a quanto disposto con decreto legislativo n. 50/2022 all’articolo 34 e di un’intesa vigente fino al 31/12/2022 sottoscritta tra Regione Campania ed Anpal Servizi, che conferisce a quest’ultima totale autonomia sul personale da destinare all’assistenza tecnica dei Centri per l’Impiego, permane nel più assordante silenzio istituzionale.

A tal proposito le fonti in nostro possesso hanno evidenziato che per “far fuori” i 270 collaboratori campani (contrattualizzati!) è bastato un rigo e mezzo di testo nell’ambito di una breve ed informale mail Anpal/Regione Campania in cui quest’ultima ha dichiarato di essere “in fase di conclusione del piano di potenziamento dei centri per l’impiego”, fatto che a noi non risulta essere concreto, laddove lo stesso l’Assessore al Lavoro, in una recente audizione presso il Consiglio Regionale ha dichiarato che avrebbero dovuto ancora bandire un concorso per ulteriori 800 risorse umane da immettere nei CPI regionali (fatto, questo, lungi dall’essere avvenuto).

È bene inoltre precisare che il DL Aiuti, che stabiliva le modalità della ricontrattualizzazione, non attribuiva alcuna discrezionalità simile alle Regioni: si è trattato pertanto di un atto del tutto arbitrario da parte del nostro datore di lavoro.

E parliamo della Regione Campania dove percepiscono il RdC 250.036 famiglie, per un complessivo di 661.713 soggetti e per un importo medio di 649 euro al mese. Un dato oggettivamente molto importante, che fa della Campania una delle regioni più legate, per ragioni di disoccupazione storica, a tale misura di sostegno, con oltre il 17% dei percettori a livello nazionale e prima in Italia.

Ma il primato in Europa invece ci spetta per i più alti tassi di disoccupazione, con riferimento in particolare a quello giovanile e femminile, con i più alti tassi in assoluto di disoccupati di lunga durata. Sarà un caso ma tali tassi non decrescono da trent’anni, anzi, fanno registrare continui aumenti, nonostante ingenti risorse europee foraggino la nostra Regione insieme alle Agenzie per il Lavoro e gli Enti di Formazione. A tal proposito è bene rammentare che è prossima intenzione della Regione Campania anche di modificare le regole per l’accreditamento delle Agenzie che si occupano di Politiche Attive del Lavoro. Praticamente, a breve, potranno continuare ad operare solo ed esclusivamente le agenzie che hanno almeno una sede in tre delle Province della Regione. Una scelta che, di fatto, taglierebbe fuori dalla gestione delle politiche attive del lavoro numerose Agenzie più piccole a favore delle più grandi. Spieghiamo in proposito che è in partenza il Programma GOL……….

Il Governo, ora dimissionario, come previsto dalla normativa resterà in carica per il disbrigo degli “affari correnti”: dal Ministro Andrea Orlando e dai rappresentanti delle forze che compongono la (ormai ex) maggioranza vogliamo sapere se le vite di oltre 500 lavoratori e di altrettante famiglie rientreranno negli “affari correnti” oppure no.

Resta, tra le prospettive concrete, in assenza di eventuali soluzioni politiche proposte dal Ministro, quella di una sorta di “class action”, molto partecipata, e non solo a livello della Regione Campania, e già embrionalmente strutturata, per spostare sul piano giuridico l’intera vicenda del rapporto di lavoro intercorso in questi anni tra i collaboratori di Anpal Servizi e quest’ultima.

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