Nave Diciotti, Avellino è tra le Diocesi pronte ad accogliere i migranti

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L’appello della Conferenza episcopale italiana a tutela dei cento migranti, sbarcati sabato sera dalla nave Diciotti, ha permesso di concretizzare in tutta Italia una rete di solidarietà importante. 

Infatti la disponibilità delle diocesi, ad ospitare nelle proprie strutture con il sostegno delle Caritas, i profughi ancora a bordo dell’incrociatore della Guarda costiera italiana, ha infine convinto il Governo a farli sbarcare.

Saranno 6 o 8 gli immigrati della nave Diciotti che arriveranno, infatti, in una diocesi campana nei prossimi giorni. Altri sei-otto, qualora ce ne fosse bisogno, potrebbero giungere successivamente anche a Napoli: la diocesi partenopea ha espresso in tal senso la disponibilità data da don Angelo Berselli nella parrocchia di San Giorgio a via Duomo, e da don Antonio Loffredo alla casa colonica delle Fontanelle.

Anche Avellino, tra le dieci Diocesi campane,  ha risposto all’appello della Cei. Sarà, però, Roma a stabilire modi e tempi dei trasferimenti la prossima settimana.

Negli ultimi anni si sono moltiplicati i progetti di accoglienza e integrazione promossi dalle diocesi italiane, in collaborazione con le istituzioni locali e nazionali deputate all’organizzazione del sistema di protezione ed accoglienza.

La rete ecclesiale oggi è parte integrante del sistema Sprar nonché un pezzo significativo del sistema emergenziale che fa perno sui cosiddetti Centri di accoglienza straordinaria.

Secondo i dati del 2017 contenuti nell’ultimo rapporto sulla Protezione internazionale in Italia le diocesi coinvolte nell’accoglienza sono 139 su un totale nazionale di 220 (63,2%) e hanno accolto oltre 23.300 richiedenti asilo/titolari di una forma di protezione, un valore pressoché identico a quello emerso nel monitoraggio dell’anno precedente (2015-16), in cui si riscontrarono poco più di 22.500 accoglienze. Ad oggi il numero è salito a circa 27mila.

Come tipologia di accoglienza prevale quella nei Cas (60,7%), seguita dallo Sprar (16,4%). Ci sono poi altre due tipologie di accoglienza: nelle parrocchie e in strutture ecclesiali (appartamenti, canoniche, ovvero altri locali messi a disposizione da congregazioni, da istituti della diocesi) che unitamente considerate, in realtà superano lo stesso Sprar. Infine, una quota dell’1,6% del totale è rappresentata dall’accoglienza nelle famiglie: 383 persone a febbraio 2017.