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Natale in casa Pd: la “copertura” unico regalo gradito

Pasquale Manganiello – Anche quest’anno non sarà un Natale particolarmente “sereno” per il Partito Democratico. L’anno scorso la debacle referendaria con i No che stravinsero con il 60% e che portarono Renzi a dimettersi. Attualmente i maggiori grattacapi arrivano dai sondaggi con il Pd in caduta libera al di sotto del 24%, la cosiddetta soglia-Bersani. L’affair Banche, con l’ex Ministro Boschi alle prese con l’audizione in Commissione dell’ex Ad di Unicredit Ghizzoni, la sconfitta alle elezioni siciliane ed un Matteo Renzi non in grande spolvero, per usare un eufemismo, nelle ultime apparizioni televisive, non sono presupposti particolarmente entusiasmanti per queste festività natalizie.

L’Irpinia non è da meno rispetto al fosco quadro nazionale. Il Commissario David Ermini ha dato una forte accelerata in chiave congressuale in vista del prossimo 21 gennaio, data ufficializzata per l’adunata dem. Al momento è stata certificata parte dell’anagrafe degli iscritti con 2868 moduli approvati: la restante parte dovrà essere perfezionata nei circoli di riferimento. Il tutto verrà aggiunto alle 8800 tessere già sottoscritte nel 2016. Se un Congresso consegnerà al Pd avellinese un segretario provinciale, di fatto i giochi per le candidature si consumeranno a Roma. Quello che più sta a cuore ai leader del Partito Democratico irpino è il tempo: settimane, giorni, attimi scanditi che ci separano dalle elezioni politiche. Se dovesse essere confermata la data del 4 marzo, subito dopo le feste il Nazareno dovrà fare i conti con ambizioni e posizionamenti delle realtà locali. Ecco i tre punti chiave di questo Natale in casa Pd:

1 – La legge elettorale approvata in Parlamento un paio di mesi fa porta la firma di Ettore Rosato, esponente di spicco del renzismo. Al tempo, per i democrats, sembrava la migliore legge elettorale possibile. Questa convinzione è via via andata scemando con sensazioni caratterizzate da forte masochismo misto a tafazzismo puro.

Masochismo: Il Rosatellum, come tutti gli opinionisti hanno evidenziato, era stato scritto per sfavorire i 5 stelle. Ma, eleggendo soltanto un terzo di deputati e senatori in collegi uninominali, dove i grillini dovrebbero avere maggiori difficoltà negli “scontri diretti” con le altre forze, il “danno” arrecato alla compagine guidata da Di Maio sarà molto contenuto.

Tafazzismo (Tafazzi, personaggio televisivo interpretato da Giacomo Poretti, componente del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, comparso per la prima volta nella trasmissione «Mai dire Gol» nel 1995) : la scelta di premiare le coalizioni avvantaggia incredibilmente il centrodestra. Berlusconi, nonostante evidenti divergenze politiche e programmatiche, tenderà a federare Salvini, la Meloni e la cosiddetta Quarta gamba. I possibili alleati del Pd sono già svaniti: Alfano e Pisapia non si candideranno, la Sinistra di Grasso si è unita soprattutto contro il Pd e lo batterà in molti collegi. Praticamente un disastro.

2 – Il punto focale per quanto riguarda le candidature saranno le “coperture”. Questa legge permette le pluricandidature ed è previsto, infatti, che un candidato possa presentarsi in un collegio uninominale e in più collegi plurinominali, fino a un massimo di cinque; che, detto in soldoni, significa paracadute in caso di mancata elezione  nel collegio uninominale (dove ci sarà un solo candidato per coalizione, il più votato sarà eletto). I sondaggi, in verità, stanno semplificando il compito a Matteo Renzi: dentro il plotone di fedelissimi (Paris e Famiglietti per intenderci) e spazio agli alleati nei collegi. Ma il punto fondamentale è: chi intenderà spendere energie e non solo energie in una campagna elettorale che si preannuncia infuocata senza il paracadute di una posizione privilegiata in listino da qualche parte in Italia? Ai posteri l’ardua sentenza.

3 – Roma non può accontentare qualcuno senza “scontentare” qualcun altro. Al Nazareno si sta definendo la coalizione ma le ripercussioni sul territorio saranno notevoli. I deputati uscenti Giuseppe De Mita e Angelantonio D’Agostino, forti del proprio consenso, sono pronti a scendere in campo in coalizione con il Pd. Ma un contesto del genere mina inevitabilmente le fondamenta che hanno sostenuto il partito in provincia di Avellino sin dalla sua nascita. Enzo De Luca, ad esempio, dopo essere stato il terzo dei non eletti al Senato nel 2013, dopo essere arrivato secondo in Irpinia alle scorse Regionali portando all’attuale Governatore una vagonata di voti, dopo una scelta comunque di coerenza in tutte le contraddizioni che hanno caratterizzato Via Tagliamento in questi anni, rivendica “maggiore attenzione” ma lo fa senza esporsi mediaticamente. E se la D’Amelio ha ammesso che non si tirerebbe indietro in caso di “chiamata”, se Del Basso De Caro riunisce simpatizzanti e non in una sala conferenza gremita in ogni ordine di posto, se i 315 seggi da assegnare al Senato fanno paura rispetto ai 630 alla Camera, sarà difficile scrivere un messaggio natalizio in un pacco regalo che non contenga una “copertura con fiocco”. Tanti auguri.

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