Movimento Cinquestelle, ad Avellino oltre Sibilia cosa c’è?

0
200

Pasquale Manganiello – Tra gli assunti fondamentali del Movimento Cinquestelle ci sono l’assenza di un leader ed il principio che “uno vale uno”. Eppure, a livello nazionale, è stato creato ad hoc un direttorio per dirimere le questioni fondamentali del Movimento, in completa tenuta democratica e con l’appoggio, forse totale, dell’intera organizzazione politica. Una scelta che, dopo la batosta delle europee e secondo quanto svelato dai sondaggi, è risultata vincente come è risultata vincente l’idea di mandare i parlamentari più “televisivi” nei talk show e nei programmi di attualità politica per non lasciare campo completo a Renzi. Ed allora, puntualmente, vediamo i Di Battista, i Di Maio, i Morra, le Taverna e l’avellinese Carlo Sibilia “bucare” il tubo catodico con le proprie proposte di governo e con le proprie denunce degli scandali che si susseguono giornalmente nelle cronache della nostra penisola.

Se questo schema funziona a livello nazionale perchè non trapiantarlo a livello locale? Il Movimento Cinquestelle ad Avellino si ferma a Carlo Sibilia ed alle iniziative sporadiche del meet-up. Un pò poco per pensare di scardinare un sistema quarantennale e, come si evince anche dagli ultimi eventi scoperchiati dalla magistratura, basato su logiche clientelari. Un sistema che getta le sue radici nella disinformazione, nella lontananza dalle Istituzioni, nella poca voglia di partecipare attivamente alla vita politica e democratica della comunità.

Sibilia dovrebbe prendere in considerazione l’idea di creare un direttorio provinciale, con 4-5 nomi che possano inserirsi nel contesto dialettico della provincia avellinese, che possano interagire con la stampa, far conoscere le proposte e le attività grilline e farsi carico di una esposizione mediatica di cui il Movimento Cinquestelle ha bisogno per non rimanere nella marginalità e, spesso, nella palude del “non senso”.

Crescere, anche ad Avellino, significa superare invidie e provincialismi, cominciare a portare fuori dal meet-up nomi nuovi in cui i cittadini riescano ad identificarsi e riconoscersi in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. L’elettore cinquestelle, in genere, non può e non deve votare solo l’idea ma anche le capacità e le competenze manifestate da chi quell’idea dovrà poi concretizzarla una volta entrati nelle Istituzioni. E in città, al momento, cosa c’è oltre Carlo Sibilia?

Palese l’esempio delle scorse elezioni Regionali. Candidati presentati solo in occasione del voto, ottimo risultato ma nessun consigliere eletto. Chiedi ad un irpino i nomi dei quattro candidati e risulterà difficile trovare una sola persona che ti risponda correttamente. In realtà non li ricordo neanche io.

L’iter nazionale del Movimento evidenzia che affinchè un’idea politica attecchisca su un territorio occorre che chi la rappresenti sia credibile e continui ad essere credibile, oltre che presente, nel tempo. Un discorso diverso poteva valere tre anni fa ma ora Un Di Maio non vale un Orellana ed un Di Maio da solo non basta.

Il Movimento Cinquestelle ad Avellino non può avere come portavoce solo Carlo Sibilia, non può “essere” solo Carlo Sibilia. Con la crisi infinita del centrodestra, finchè il Movimento Cinquestelle non deciderà di diventare grande, il Pd, in città ed in provincia, avrà un solo ed unico avversario politico: se stesso.

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here