Avellino – I dodici operai del refettorio del nosocomio Moscati di Avellino possono tirare un sospiro di sollievo. Buone notizie sono giunte dall’incontro di ieri mattina tra il prefetto Paolo Orrei, il direttore generale Giuseppe Rosato e i dipendenti del servizio mensa: sono stati revocati, infatti, tutti i licenziamenti, anche se le parti chiamate in causa si ritroveranno tra qualche giorno con la rimodulazione dei contratti. Solo due giorni fa, sul tetto dell’azienda ospedaliera di viale Italia gli inservienti avevano lanciato un accorato appello, pronti a gesti estremi pur di riavere il proprio lavoro. Un grido che tuttavia non si arresta. Lacrime amare per gli addetti al servizio mensa che hanno dovuto fare i conti per un istante con l’amara realtà del licenziamento. “Ho due figli. Sono disperata”. Una dichiarazione, questa, che nei giorni scorsi, ha suscitato non poche reazioni all’interno del personale del Moscati che si è battuto – e si batterà ancora – per la restituzione di un diritto. Un dramma, al momento allontanato, sorto in seguito decisione dell’azienda napoletana Raimbow, addetta al servizio refezione. Ma i lavoratori non sono soli. Al loro fianco i sindacati. “La ditta appaltatrice dei servizi di mensa all’ospedale Moscati ha licenziato dodici dipendenti motivando con l’insostenibilità dei costi. Ancora una volta,– dichiara Marika Borrelli della Cgil – riemergono tutte le perplessità sulla scelta della esternalizzazione dei servizi, che, nei fatti, non offre alcuna garanzia, in quanto punta solo sulla riduzione dei costi del materiale (in questo caso i prodotti alimentari) e delle risorse umane. Per questi motivi, la CGIL Funzione Pubblica di Avellino esprime piena solidarietà ai dipendenti della GEMEAZ, incolpevoli vittime di un sistema che non può più essere tollerato e chiedono alla Direzione Aziendale di attivarsi per garantire il rispetto e la tutela della salute dei pazienti e dei diritti dei cittadini utenti e lavoratori”. Intanto, i dodici dipendenti potranno riprendere servizio già da questa mattina in attesa del verdetto conclusivo. Solo dall’esito nel summit, rinviato ai prossimi giorni, alla vertenza potrà essere posta la parola fine.