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Morti sul lavoro, l’Irpinia tra le province meno sicure

Morti bianche, Avellino tra le città meno sicure. Il dato emerge dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega. la maglia nera va, ancora una volta, alla Lombardia con 35 decessi, seguita dal Lazio (23), dalla Campania (19), dalla Sicilia (17), dal Piemonte (16) e dal Veneto ed Emilia Romagna (15). La scoraggiante graduatoria continua con la Toscana (13), la Puglia (9), l’Abruzzo (8), il Trentino Alto Adige (7), l’Umbria (5), la Basilicata, la Liguria e le Marche (4), il Molise e la Sardegna (3), il Friuli Venezia Giulia e la Calabria (2).

Quando si tratta, invece, di incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, al primo posto si trova il Molise con un indice pari a 28,6 (più del triplo della media nazionale), seguito dalla Basilicata, dall’Abruzzo e dall’Umbria.

Le province più colpite dagli infortuni mortali in occasione di lavoro sono Roma (16), Milano (12), Palermo (7), Napoli e Verona (6), Avellino, Bolzano, Brescia, Cuneo, Firenze, Mantova, Torino e Vicenza (5), Caserta, Foggia, Monza e Brianza e Perugia (4).

Oltre la metà delle vittime aveva un’età compresa tra i 45 e i 64 anni. Le donne che hanno perso la vita nel primo quadrimestre del 2019 sono 26 (4 in occasione di lavoro e 22 in itinere). Ad emergere anche nel primo quadrimestre 2019, è il dato sulle vittime straniere. Ebbene, come nel primo trimestre, anche nei primi quattro mesi del 2019 il risultato appare piuttosto drammatico. Sono, infatti, 40 gli stranieri che hanno perso la vita nel nostro Paese in occasione di lavoro e 16 in itinere.

A contare più vittime straniere è il Centro Italia con 12 infortuni mortali in occasione di lavoro su un totale di 40. I settori più colpiti sono quelli delle attività manifatturiere e delle costruzioni con 30 decessi ciascuno in occasione di lavoro. Seguono: trasporto e magazzinaggio (20) e commercio all’ingrosso e al dettaglio (11).

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