«”Ci vediamo al bar da Emilio”, un invito, un luogo d’incontro dove ti imbattevi nella vitalità operosa di Pamela e nella gentilezza e nella simpatia di Emilio. Emanuele, compagno inseparabile, non dimenticheremo mai i tuoi occhi buoni e i tuoi modi gentili. Pamela, Emilio, Emanuele, a questi tre giovani volti va il pensiero commosso di un’intera comunità. Un abbraccio alla famiglie, agli amici più cari, a tutti coloro che gli hanno voluto bene. Una pagina nera per la nostra Città, non vi dimenticheremo».
Così il sindaco di Ariano Irpino, Enrico Franza, dopo l’immane tragedia che ha colpito, indistintamente, tutti gli arianesi. Rinviato il Consiglio comunale con il Question time previsto per questa mattina, simbolo di lutto sulla pagina dell’ente, locali chiusi ieri sera in via Tribunali ed eventi rinviati in altri. Non si contano i post di dolore e di ricordo sui social. Erano tre ragazzi conosciuti e ben voluti da tutti.
«Insieme all’Amministrazione comunale tutta – aggiunge Franza che in mattinata ha espresso personalmente alle famiglie coinvolte il cordoglio dell’Amministrazione – valuteremo il modo più rispettoso di testimoniare alle famiglie la vicinanza dell’intera città di Ariano Irpino. Sarà proclamato in questi giorni il lutto cittadino, ma certamente ciò non basterà ad onorare la loro memoria; sarà nostro dovere celebrare i nostri ragazzi e restare al fianco di familiari ed amici stringendoci come solo la nostra comunità sa fare, oggi e nel tempo avvenire».
Emilio D’Avella, 30 anni, di Ariano Irpino, Pamela Mustone di 33, originaria di Melito Irpino ma residente ad Ariano, Emanuele Serafino 32 anni originario di Montecalvo Irpino ma da tempo residente ad Ariano.
Emilio e Pamela erano innamorati, condividevano il lavoro, il bar, tabacchi, edicola, “Voglia di Caffè” in via Tribunali, ed un progetto di vita insieme, da qualche anno convivevano a Rione Santo Stefano. Emanuele lavorava a Bisaccia nello stabilimento del Gruppo Vitillo che fa componentistica idraulica, un ragazzo molto serio sul lavoro ma allegro e simpatico con gli amici, uno sportivo amante della bici e della moto. Tre trentenni carichi di entusiasmo per la vita, per il lavoro, amici per la pelle, con la stessa passione per la moto.
Tre giovani scomparsi in un soffio, in un terribile incidente sulla Statale 90 delle Puglie nel territorio di Troia in provincia di Foggia in una domenica di maggio. Al vaglio degli inquirenti la dinamica dello scontro di entrambe le moto contro una macchina, una Dacia Duster. Ferito in maniera non grave e chiaramente sotto shock, il conducente dell’auto che è stato trasportato all’ospedale “Riuniti” di Foggia. Per l’uomo sarebbe già scattato l’arresto, in quanto riultato positivo al test anti-droga.
Lungo e complesso il recupero dei corpi dei tre ragazzi, sbalzati nei campi sottostanti la strada. Le salme sono poi state trasferite nell’obitorio a Foggia per lo straziante riconoscimento da parte dei familiari e gli accertamenti medico legali su disposizione dalla Procura foggiana. L’incidente si è verificato intorno alle 15.30, Pamela ed Emilio, dopo aver chiuso il bar-edicola, si erano ritrovati con Emanuele per approfittare della giornata di sole e fare il consueto giro in moto verso la Puglia. Erano a circa 15 Km da Foggia quando è avvenuto l’impatto fatale.
La notizia ha iniziato a diffondersi ad Ariano e Melito intorno alle 17, i nomi dei tre ragazzi già circolavano, ma nessuno voleva crederci. Fino all’ultimo tutti speravano in un errore. Poi purtroppo la conferma. Il pensiero di ciascuno è andato all’ultimo caffè o all’ultimo aperitivo preso dai ragazzi quella stessa mattina, allo loro simpatia ed accoglienza.
«Abbiamo fatto l’aperitivo insieme ieri mattina – racconta un amico di Melito con le lacrime agli occhi – abbiamo parlato proprio di incidenti. Gli ho detto di non andare a Foggia, di venire in agriturismo con noi, di stare tutti insieme. Ma avevano già deciso. Poi tutti e tre mi hanno mandato un video per salutarmi. Mai avrei immaginato che quello sarebbe stato il loro ultimo saluto»
Gli amici più stretti si sono precipitati sul luogo dell’incidente, a circa 40 Km da Ariano, probabilmente era talmente tanta l’incredulità che inconsciamente avevano la necessità di vedere con i propri occhi per poter metabolizzare. Ma anche stamattina al risveglio rimane la sensazione di vivere in un incubo. Smarrimento, angoscia, dolore sono i sentimenti che pervadono quanti li hanno conosciuti e voluti bene.