Morte Pino Daniele, chiesta l’archiviazione: “Non ci furono responsabilità”

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La procura di Roma ha chiesto al gip l’archiviazione del fascicolo aperto per omicidio colposo per la morte di Pino Daniele, avvenuta per una crisi cardiaca nella notte in cui l’artista andò dalla sua casa in Maremma a Roma nel tentativo di farsi curare.

L’artista napoletano, da tempo malato di cuore, è morto per decadimento dell’organo.

Nel chiedere l’archiviazione dell’inchiesta per la morte di Pino Daniele il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il sostituto Marcello Monteleone, sostengono che la morte è sopraggiunta per uno shock cardiogeno, un decadimento dell’organo. Nel decesso potrebbe avere avuto un peso anche l’assunzione di farmaci vasodilatatori che l’artista assunse con la convinzione di superare la crisi, quando comparvero i primi sintomi del malore.

Il cantante, malato cronico di cuore, dopo essersi sentito male, malgrado le sollecitazioni dei suoi familiari, aveva rifiutato di farsi vedere nell’ospedale più vicino e deciso di recarsi in macchina a Roma per farsi controllare dal suo cardiologo di fiducia. Già a fine luglio, i periti avevano stabilito che se Pino Daniele avesse optato per l’ospedale di Orbetello avrebbe avuto più possibilità di salvarsi, ma non è certo che ce l’avrebbe fatta.

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