Montella, 30esima edizione della sagra: 100 stand e prodotti irpini

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Trentanni e non li dimostra. La sagra di Montella cresce sempre più. Un evento novembrino che richiama il pubblico delle grandi occasioni: non solo dell’Irpinia ma di tutto il Sud Italia. E questa edizione parte con buoni auspici: non saranno solo due i giorni di festa con degustazioni mostre e spettacoli, ma si prolunga di un altro giorno. Appuntiamo queste date: 9-10-11 novembre. Gli ingredienti per fare bene ci sono tutti. E durante la conferenza stampa, a parte le polemiche di circostanza della poca attenzione della politica al settore castanicolo, nel dettaglio è stato illustrato il programma. Ci ha pensatyo l’assessore alle politiche agricole Carmine Musano: “da sottolineare il dimezzamento delle spese di iscrizione per le aziende che prenderanno parte alla manifestazione, che rappresenta sicuramente un segnale importante in questo momento di crisi. Come amministrazione ci siamo opposti a produttori che non fossero della nostra terra. Quindi chi verrà a Montella troverà piatti tipici locali. Saranno ben 18 gli spettacoli itineranti che animeranno le strade e che vedranno impegnati oltre 250 figuranti tra attori, ballerini e buskers, sotto la supervisione del direttore artistico Roberto D’Agnese. Quest’anno grazie alla Coldiretti e al GalIrpinia siamo riusciti a rendere più interessante la tre giorni. Oltre 100 saranno gli stand e sarà attivato anche uno speciale servizio navette da alcuni punti strategici per parcheggiare”. La parte più politica è stata toccata dal sindaco Ferruccio Capone: “Le istanze del comparto castanicolo irpino non vengono riportate nelle sede istituzionale a tutti i livelli, la classe politica dovrebbe capire che la Campania rappresenta il 50% della produzione di castagne nazionale. Di questa, il 60% è garantita dalla sola provincia di Avellino, con una produzione pari a circa 28mila tonnellate, vale a dire il 10% di quella mondiale secondo Unioncamere”. Numeri che fanno rabbrividire. Rincara la dose Vanni Chieffo: “Bisogna sottolineare che l’industria castanicola irpina, che si pone come il distretto produttivo più importante d’Europa e che annovera ben 5mila aziende impegnate nella fase di produzione ed altre 40 nella fase di trasformazione del prodotto, sta attraversando un periodo di forte crisi, a causa delle infestazioni del noto parassita del cinipide”. Infine Marcello De Simone in rappresentanza della Coldiretti Avellino ha annunciato: “gli imprenditori irpini hanno presentato all’Unione Europea un progetto per il finanziamento della ricerca scientifica sulla castanicoltura e sul cinipide mentre, invece, resta il grave vuoto operativo della classe politica”.

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