Di seguito la nota del M5s:
Gli attivisti del M5S stanno seguendo da vicino la situazione attuale dell’Ospedale San Giacomo, di origini antichissime, le cui vicissitudini sembrano non avere fine.
Innanzitutto, dai documenti ricavati dagli Uffici comunali si evince che l’Ospedale non è accatastato.
È importante, al fine di meglio chiarire la situazione attuale, aprire una parentesi storica: l’Ospedale San Giacomo, di proprietà comunale, aveva usufruito nel corso della sua storia dei lasciti delle famiglie montefortesi e dei fondi della 219/1981, che prevedeva che parte dei fondi della ricostruzione post sisma, destinati ai montefortesi, fosse convertita su opere di pubblica utilità.
Nel 1996 con il Decreto Regionale n° 9276 si trasferisce all’Unità Sanitaria Locale (U.S.L.) la proprietà dell’Ospedale più 64 ettari di terreno (640.000 mq). Il Comune, con delibera n. 234/1998, impugna tale Decreto rivolgendosi al T.A.R., il quale risponde esattamente nel 2013 dichiarando che non è di sua competenza la controversia e rimandando il tutto al Tribunale di Avellino. Arriviamo ai giorni nostri: finalmente, il 29 marzo 2016, il Tribunale si pronuncia accogliendo la richiesta del Comune di Monteforte e, di fatto, restituendo la proprietà al Comune. La sentenza è provvisoriamente esecutiva ex lege, dato che si attende la decisione della Corte d’Appello a cui, nel mese di luglio 2016, l’Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino si è rivolta, impugnando la sentenza. Il 1° dicembre 2016 si terrà la prima udienza alla Corte D’appello di Napoli.
Riepilogata la travagliata storia del nostro amato Ospedale San Giacomo, vogliamo ricordare che la Struttura è appetibile, economicamente parlando, in quanto al centro di due importanti uscite autostradali, e collocata in una zona di flusso favorevolissima, tra i circa 100.000 ab. dell’area avellinese ed i circa 100.000 abitanti dell’area che arriva fino a Nola. Una Struttura che, ad oggi, è forse l’unica esistente che può rappresentare un volano per l’economia montefortese e fungere da elemento di impulso per lo sviluppo del nostro territorio in più settori: rifiorirebbero le attività produttive, si richiamerebbe un flusso di persone verso il paese, si andrebbe a riqualificare urbanisticamente l’area circostante e non solo.
Preda di mire privatistiche, questa superficie già realizzata di 10.300 mq, dotata di ampio parcheggio, va tutelata e non svenduta, va rivalutata e riqualificata affinché la sua oculata gestione possa contribuire al risanamento delle casse comunali e alla riprese dell’economia locale.
Certo, ad oggi, quello che è sotto gli occhi di tutti è che 1/3 della struttura è utilizzata dall’Asl, ma la restante parte è del tutto abbandonata. L’area circostante è nel degrado più assoluto, tra rifiuti e vegetazione incolta, ma la struttura stessa, nella sua parte inutilizzata, ha avuto dei cedimenti nella copertura e presenta danneggi e guasti visibili semplicemente dall’esterno.
Serve progettazione e serve coscienza, per questo i Consiglieri Paola De Cunzo e Paolo de Falco del M5S hanno presentato una interrogazione comunale affinché fosse chiarito e reso pubblico cosa il Comune sta facendo per rendere esecutiva la Sentenza del 29/03/2016 e quindi per essere immesso nel possesso e nella detenzione di tutti i beni di sua proprietà citati nella sentenza; quindi di conoscere se il Comune di Monteforte Irpino, anche al fine di superare le annose incertezze connesse al giudizio di Appello o di un non auspicabile ulteriore giudizio in Cassazione, intenda promuovere un tavolo di confronto con le controparti, al fine di praticare una soluzione di definizione bonaria e condivisa della vertenza, tesa a far sì che questi beni possano finalmente ritornare a rappresentare una risorsa del patrimonio comunale.
Sappiamo quanto lunga ed annosa possa essere la controversia legale, ma dobbiamo ora interrogarci su qual è la pianificazione più idonea a rilanciare la struttura e con essa l’economia locale.
È auspicabile, quindi, che possa esserci un dibattito che renda partecipi, e non solo informati, i montefortesi affinché, attraverso gli strumenti democratici adatti, quali ad es. il referendum comunale, possano prender parte ad una decisione che può cambiare, in meglio, il futuro del nostro paese. Ovviamente bisogna aprire tale confronto anche a terzi privati interessati ad acquisire la disponibilità di detti beni che, invece, ad oggi, rimangono per la maggior parte abbandonati e destinati ad un ulteriore degrado, che ne comprometterebbe definitivamente un futuro recupero.
Va, quindi, tutelata una gestione partecipata e condivisa, attraverso un tavolo di lavoro che sia aperto alle parti interessate, che si farà garante delle decisioni che verranno prese in merito e della progettazione ed esecuzione di un progetto serio a lungo termine, che sia lontano da ogni idea di svendita e di compromesso, ma bensì foriero della rinascita della struttura e del nostro paese.