Ieri mattina, in una intervista rilasciata al quotidiano “Repubblica” – che anche noi abbiamo riportato – Nando dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Alberto ammazzato dalla mafia esattamente 40 anni fa (il 3 settembre del 1982) accusò apertamente la politica italiana dell’epoca di aver “lasciato solo” il padre nel combattere la criminalità organizzata, con una stoccata, in particolare, a Ciriaco De Mita, leader della Dc morto la scorsa estate a Nusco.
Clemente Mastella, sindaco di Benevento, e Giuseppe Sangiorgi, replicano così a dalla Chiesa (riportiamo in maniera integrale).
Dispiace che Nando Dalla Chiesa evochi il nome di Ciriaco De Mita a proposito della tragica fine del generale Dalla Chiesa, soltanto quando De Mita non può più replicare. Perché questo silenzio durato quaranta anni? Poteva esserci modo prima di suscitare una tale polemica. Chi scrive ricorda bene quella terribile sera del 3 settembre 1982, mentre a Viareggio era in corso la festa dell’amicizia della Democrazia Cristiana.
Vi partecipava anche Rosario Nicoletti, segretario regionale della DC siciliana. Tempo dopo Nando Dalla Chiesa lo chiamò in causa, e ricorda l’effetto devastante che le sue dichiarazioni ebbero su quell’esponente politico, che non si rassegnò mai alle illazioni nei suoi confronti.
Per avere lavorato tanti anni al fianco di De Mita, e avere conosciuto direttamente il suo impegno contro la mafia dentro e fuori la Democrazia Cristiana, sentiamo il dovere di difenderne l’onorabilità, contro ogni allusione alla quale, chiamato in causa, De Mita non può più replicare.