VIDEO/ Minacce, violenze e tassi usurai del 240%: in cella i taglieggiatori incubo dei ristoratori del Sannio

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Usura, estorsione e violenza privata contro imprenditori del Sannio: in carcere cinque “prestasoldi professionali” – come definiti in conferenza stampa dal Procuratore di Benevento Aldo Policastro – che applicavano tassi quantificati tra il 120% e il 240% sui prestiti. Secondo gli inquirenti il gruppo di taglieggiatori operava sul territorio ininterrottamente dal 2011, portando avanti il business del racket e dell’usura con violenze verbali ma passando poi anche alle vie di fatto.

L’indagine, coordinata dalla Procura sannita coadiuvata dalla Squadra Mobile insieme al Reparto Prevenzione Crimine Campania, ai Cinofili, al Reparto Volo di Napoli nonché per quanto di specifica competenza al Nucleo PEF della Guardia di Finanza, è partita nel marzo 2019 dopo le denunce di associazioni locali anti-racket che hanno operato in sinergia con le persone offese, ovvero imprenditori nel ramo della ristorazione che spesso erano costretti a cedere una parte di gestione della propria attività.

Tuttavia, stando alle indagini, non tutti hanno avuto il coraggio di denunciare, arrivando addirittura a negare l’esistenza dei rapporti di debiti usurai con gli arrestati, in palese contrasto con le evidenze investigative, e finendo sotto indagine per favoreggiamento.

“Usura ed estorsione sono reati invisibili fino a quando non vengono denunciati – ha spiegato alla stampa il Procuratore Policastro -. Quella di oggi è un’operazione importante, ma gli episodi oggi oggetto della misura
cautelare non sono che la punta di un iceberg di una realtà più estesa, sia in città che in provincia, che stenta a emergere nel nostro territorio e che senz’altro appare meritevole di una sempre più grande attenzione da parte degli organi investigativi, soprattutto in questo frangente storico caratterizzato da una grave crisi di liquidità per gli imprenditori a seguito della pandemia in atto e dalla difficoltà di ottenere il credito dai circuiti leciti”.