Sono 23 i primi immigrati che già da due giorni alloggiano ad Ariano Irpino, a via Cardito nella struttura che un tempo era sede della Comunità Montana dell’Ufìta. I ragazzi, proveniente da paesi africani quali Gambia e Sierra Leone sono da oltre un anno in Italia, fino al 29 febbraio erano ospiti presso il centro di Ospedaletto, finito nel mirino della magistratura irpina. Solo una piccola parte dei 50 che in totale occuperanno la struttura, una decisione che aveva indignato molto i cittadini del Tricolle.
Nella giornata di ieri è stato anche presentato un esposto alla Procura della Repubblica del Tribunale di Benevento, alla Guardia di Finanza, ai Carabinieri alla Polizia e per conoscenza al Comune di Ariano, in cui si evidenzia che i locali privati, situati al secondo piano dello stabile di via Cardito, non sono idonei per questa destinazione d’uso e andrebbero pertanto adattati con lavori di adeguamento e di messa a norma.
Il pericolo è che possa valere la stessa situazione per i tanti centri d’accoglienza sequestrati dai Nas in Irpinia proprio perché ritenuti non a norma di legge. La cosa che è ha sorpreso di più tuttavia è stata l’esclusione dalla scelta dell’amministrazione locale della Valle Ufìta. La rapidità dell’operazione ha lasciato a bocca aperta tutti gli addetti ai lavori, preoccupati per le conseguenze di tale decisione.
Intanto di immigrazione si è parlato anche a Napoli in occasione di un incontro tra tutti i prefetti campani, dove si è discorso proprio della distribuzione sul territorio dei richiedenti asilo in vista dei nuovi arrivi. Teatro dell’incontro è stata la Prefettura del capoluogo campano da cui è emerso che i numero degli immigrati in arrivo in Campania si aggirerebbe intorno al migliaio. Non tutti i sindaci dei vari comuni campani si sono dichiarati disponibili ad accogliergli, gli assessori irpini Cillo e Mele si stanno adoperando per trovare una sistemazione ai tanti richiedenti asilo. Trovare abitazioni ma organizzare anche la giornata dei ragazzi, questi gli obiettivi di Palazzo di Città, in modo da inserirli in maniera graduale in un contesto sociale e lavorativo.