Irpinianews.it

“Mettiamoci la faccia”, Avellino pronta ad ospitare l’Irpinia Pride

“Mettiamoci la faccia”. A poco più di un mese dalla manifestazione che, il 10 giugno, renderà la città di Avellino un arcobaleno, l’associazione “Apple Pie: l’amore merita LGBT+”, che ne è l’ideatrice, lancia l’immagine che sarà il simbolo dell’Irpinia Pride 2023.

«La nostra associazione si fonda su due principi cardine: quello dell’ “Io sono ok, tu sei ok” e quello della “cultura del rispetto” – spiega il direttivo di “Apple Pie”- Crediamo infatti che le differenze non debbano creare barricate dietro cui isolarsi gli uni dagli altri ma, al contrario, possano spingerci a conoscere, a comprendere ciò che caratterizza ciascun individuo, così da arrivare a scoprirci simili pur riconoscendo ad ognuno la propria unicità. Ed è proprio da questo concetto che nasce l’idea alla base del logo dell’Irpinia Pride.

La figura centrale, infatti, è formata dalle parti di alcuni dei nostri volti che, insieme, compongono un unico e nuovo volto; i colori di fondo, inoltre, sono quelli della bandiera della comunità LGBTQ+, che ne esprimono la gioia e l’orgoglio; la fascia nera alla base vuole sottolineare, invece, il dolore e la sofferenza provocati dalle discriminazioni, a monito di quanta strada ancora oggi ci sia da fare per vedere riconosciuti i diritti civili. Infine, c’è lo slogan che abbiamo scelto per questa edizione, che è semplice e immediato, un richiamo alla partecipazione, ed è scritto in nero proprio perché vogliamo che resti impresso nelle coscienze: “Mettiamoci la faccia”.

Metterci la faccia è proprio quello che stiamo facendo, ad Avellino come in tutta l’Irpinia, sin dal 18 giugno 2017, data della prima riunione della nostra associazione, perché crediamo che sia essenziale trasformare la paura in coraggio, così da avere la forza necessaria per vivere appieno la nostra vita e, allo stesso tempo, trasmettere questa forza a tutti gli altri».

«Realizzare un Pride – continua l’associazione – è complicato e faticoso, tra pregiudizi e burocrazia, è davvero un’enorme macchina organizzativa. Realizzare un Pride significa mettere in campo il proprio tempo, donarsi completamente, nonostante la propria vita, il proprio lavoro e la propria famiglia. Tuttavia è doveroso farlo, è doveroso per noi e necessario per quanti non hanno ancora il coraggio di venir fuori perché schiacciati dal peso della paura, che portano come una zavorra sulle spalle e che non li abbandona mai. Perché la paura, purtroppo, non passa per tutti. Dobbiamo “metterci la faccia”, per l’appunto, riconoscerci, affermare la nostra dignità di esseri umani, autodeterminarci e vedere pienamente riconosciuti i nostri diritti. Inoltre ancora troppi pensano che una manifestazione come la nostra sia una carnevalata, non sapendo che dietro tutto ciò ci sia una storia che parte da lontano, fatta di dolore, di assenza di diritti e, in alcuni casi, una storia di violenza e di morte. Ancora troppe volte, infatti, veniamo offesi e aggrediti, in strada, nei luoghi di lavoro o in famiglia.

Il Pride continua ad essere un appuntamento fondamentale per raggiungere il cambiamento. Un cambiamento che però ha bisogno della presenza di tutti, così come tante piccole gocce riescono insieme a comporre l’oceano. Quindi, di nuovo, ribadiamo l’importanza alla partecipazione.

Manifestiamo insieme per rivendicare la dignità di tutti, il diritto di ciascuno a viversi per ciò che è, l’importanza di essere fieri di se stessi, il diritto a non nascondersi per la paura del giudizio degli altri. Manifestiamo insieme per il riconoscimento dei diritti che purtroppo tuttora non abbiamo, e non per toglierne ad altri. Manifestiamo insieme perché noi non abbiamo tempo da perdere… abbiamo tempo da prendere!».

Exit mobile version