Mercogliano – La Corte dei Conti, sezioni giurisdizionali centrali, sezione III, con sentenza definitiva n. 225/2006 ha accolto in secondo grado la tesi difensiva di amministratori e dirigenti del Comune di Mercogliano, in ordine ad un giudizio di responsabilità per il pagamento di una polizza assicurativa, ed ha dichiarato la cessazione della materia del contendere prosciogliendo in modo pieno la posizione degli stessi amministratori e dirigenti comunale, condannati in primo grado al pagamento di una sanzione. La Corte dei Conti della Campania, sezione Giurisdizionale di Napoli, con sentenza n. 719/05, aveva condannato in primo grado il sindaco Tommaso Saccardo, il vice sindaco Massimiliano Carullo, gli assessori Angelo Izzo e Modestino Gesualdo e i dirigenti Giuseppe Pescatore e Carmine Argento rispettivamente dell’area tecnica e dell’area amministrativa, al pagamento di mille euro ciascuno per aver determinato un presunto danno erariale al Comune di Mercogliano, per la stipula di un contratto di assicurazione diretto erroneamente a coprire anche danni accusati nell’esercizio delle loro funzioni per colpa grave. “La sentenza di primo grado, pur limitata ad una condanna meramente simbolica, era stato oggetto di speculazioni e strumentalizzazioni politiche anche in seno al Consiglio comunale. Il sindaco e gli altri amministratori – si legge nella nota – hanno voluto impugnare la sentenza di primo grado innanzi alla Corte dei Conti Centrale, non tanto per cancellare la condanna ad una somma materialmente irrisoria quanto per ottenere, sul piano etico e giuridico, il riconoscimento dell’assenza di responsabilità e della buona fede e piena legittimità dell’operato sotto il profilo amministrativo. La Corte dei Conti Centrale, ha pienamente accolto il ricorso degli avvocati Sorvino e Sabia, conformemente alle stesse conclusioni formulate dalla Procura Generale, ed ha cancellato la sentenza di primo grado della sezione di Napoli ritenendo provata la insussistenza di ogni responsabilità per danno a carico degli amministratori e funzionari, che avevano legittimamente operato per il perseguimento dell’interesse pubblico in confronto alle normative vigenti ed ha così definitivamente dichiarata cessata la materia del contendere”.