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Meningite, rischio contagio. Sei milioni di portatori sani

Rassegniamoci a raccontare episodicamente (si spera) casi di meningite che spezzano giovani vite, persone in buona salute che hanno avuto la sola sfortuna di ammalarsi incrociando un portatore sano. Già, quel genere di killer inconsapevole che ospita il meningococco nella sua gola ma non sviluppa la malattia bensì la trasmette. Lo puoi trovare in discoteca, ad una festa, in palestra, in caserma, ad un raduno di scout.

E lì succede il patatrac. Basta un incontro ravvicinato, un bicchiere passato di mano, qualche gocciolina di saliva che gira nell’aria e l’infida meningite si trasmette.

I portatori sani non sono così pochi come si possa immaginare. Rappresentano il 5-10% della popolazione. Ad Empoli e in provincia di Firenze hanno raggiunto il 40% della popolazione, situazione che ha provocato decine di casi di meningite. Su tutto il territorio nazionale, quindi, sono ottimisticamente almeno 6 milioni gli italiani che possono trasmettere la malattia senza essere identificati. Ogni portatore sano non sa di essere un soggetto a rischio e la sua condizione latente può durare mesi o anche anni. Poi il batterio che si annida in gola può morire per mille motivi, come assumere un antibiotico per una bronchite.

Uno di questi portatori sani sicuramente circolava in Statale e ha infettato le due studentesse. Le loro morti, infatti, non sono correlate. In pratica non si sono contagiate a vicenda. Il Virologo Fabrizio Pregliasco non ha dubbi sulla mancanza di collegamento tra i due casi di meningite. «Le morti delle due studentesse sono vicinissime ma non sono correlati. Se il contagio fosse diretto, sarebbero passati appena 21 giorni tra uno e l’altro, giusto il tempo di incubazione. Nel caso delle due studentesse, invece, sono passati oltre 4 mesi».

Per il virologo, dunque, «alla facoltà di Chimica potrebbero esserci uno o più portatori sani» ma la maxi vaccinazione prevista dalla Ats di Milano Città Metropolitana per 140 compagni delle due ragazze decedute a causa della meningite serve proprio «per evitare la diffusione ai contatti e azzerare i portatori sani».

«In generale – ricorda Pregliasco – in Italia i portatori sani di meningococco sono circa il 5 -10% della popolazione». Una maggiore concentrazione negli ultimi tempi si è registrata in Toscana, dove «i portatori sono arrivati al 40% e proprio i casi recenti di meningite registrati in questa regione hanno sollevato l’attenzione su una malattia mortale che si può prevenire con la vaccinazione».

Alla facola di Chimica è stata fatta tabula rasa, dunque. Ma per la meningite, oltre alla vaccinazione, ci sono anche regole di buon senso da seguire. Il batterio della meningite si trasmette per via aerea. Risiede nel cavo orale e nelle prime vie aeree. E si diffonde con contatti ripetuti con ammalati o portatori sani. È dunque chiaro che le situazioni di sovraffollamento aiutano il diffondersi della malattia. Ecco perché spesso ne vengono colpiti gli adolescenti e i giovani, che frequentano discoteche e locali simili, dove la vicinanza tra persone è frequentissima. E siccome la meningite non va in vacanza, colpisce anche d’estate. Ci sono locali di pochi metri quadrati dove si stipano centinaia di giovani, bevono dallo stesso bicchiere, mordono lo stesso panino. In queste condizioni l’infezione ha canali più agevolati per diffondersi se trova soggetti a rischio.ilgiornale.it

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