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Melizzano (Bn), Carabinieri Forestali sequestrano un’azienda lavorazioni marmi abusiva

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I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Telese Terme, Gruppo di Benevento, a seguito di un controllo del territorio finalizzato all’accertamento di potenziali compromissioni e deterioramento delle matrici ambientali, causate dalle attività produttive di insediamenti artigianali e/o industriali, hanno proceduto al sequestro preventivo, di iniziativa della P.G., successivamente convalidato dalla Procura della Repubblica di Benevento, riguardante un opificio di circa mq. 235 e dei relativi macchinari utilizzati per la lavorazione del marmo, ubicato nel Comune di Melizzano.

Il sequestro è scaturito perché il titolare dell’opificio stava esercitando tale attività produttiva e commerciale in assenza dei prescritti titoli autorizzativi, nello specifico priva di autorizzazione alle emissioni in atmosfera e della documentazione attestante lo smaltimento dei rifiuti – anche speciali pericolosi – che in parte risultavano stoccati nell’immobile. Ed ancora, all’interno dei locali, dove avveniva il taglio e la lucidatura del materiale lapideo non è stata riscontrata la presenza di sistemi di captazione, convogliamento e allontanamento delle polveri del marmo, precauzioni di legge per la sicurezza e la salubrità degli ambienti di lavoro.

Il titolare dell’opificio è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria, per le violazioni al Testo Unico Ambientale relative all’attività di gestione di rifiuti non autorizzata ed emissioni irregolari in atmosfera di sostanze aeriformi, costituite da polveri generate dai processi di lavorazione del marmo.

I controlli delle attività produttive, da parte del personale Carabinieri Forestale, proseguiranno capillarmente su tutto il territorio di competenza a tutela dell’ambiente ed a salvaguardia della salute pubblica.

La misura precautelare disposta dalla polizia giudiziaria in sede di indagini preliminari, verrà sottoposta alla convalida dell’AA.GG:, avverso cui sono ammessi mezzi d’impugnazione. Le persone coinvolte sono da ritenersi sottoposte alle indagini e quindi innocenti fino a sentenza definitiva.

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