Maternità surrogata “reato universale”, il sindaco Nargi: guazzabuglio che sa di Medioevo

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AVELLINO- “Il problema non è la gestazione per altri. Non sono le famiglie arcobaleno. Il problema non è l’orientamento sessuale delle persone”. Il sindaco di Avellino Laura Nargi ha voluto esprimere con un post sulla sua pagina social il dissenso rispetto al disegno di legge passato al Senato relativo all’utero in affitto, ovvero la possibilità di ricorrere alla maternità surrogata, ovvero la gestazione per altri. A Palazzo Madama e’ stata approvata una modifica alla norma che già vieta in Italia la possibilità di ricorrere alla maternità surrogata e sarà dunque punibile anche se un cittadino italiano vi ricorrerà in uno Stato in cui la pratica dell’utero in affitto è legale. La pena prevista va da tre mesi a due anni, a cui si aggiunge una multa da 600mila euro a un milione di euro. Per questo si parla di “reato universale”. modifica l’articolo 12 della legge 40 che, al comma 6, prevede: “Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro”. A questa disposizione dunque si aggiunge un paragrafo per cui “se i fatti di cui al periodo precedente, con riferimento alla surrogazione di maternità, sono commessi all’estero, il cittadino italiano è punito secondo la legge italiana”. Ha scritto la fascia tricolore: “Il problema è che il nostro Paese si sia dotato di una legge che comprime ancora di più i diritti con l’ennesimo guazzabuglio normativo che sa tanto di Medioevo.Il problema sono i toni utilizzati che ci portano indietro di decenni e spengono la luce della ragione
Il problema è questo disperato bisogno di odiare qualcuno, per sentirsi bene, per sentirsi realizzati. Ma sono sicura che il Paese reale sia di tutt’altra pasta”.

Aerre