Mastroberardino, cronache di vendemmia: ecco com’è andata quest’anno

0
287

È tempo di tirare le somme di questa vendemmia. Di previsioni e di preoccupazioni ne abbiamo lette a volontà. Certo, si è trattato di un millesimo caratterizzato da un’inusuale siccità che, senza dar tregua per mesi, ha messo in seria difficoltà le vigne portando – dato complessivo Italia – ad una perdita di produzione stimata oltre il 30%.

Le scarse precipitazioni e le temperature superiori – in luglio e agosto – alle medie stagionali hanno determinato un anticipo di circa due settimane dell’epoca di maturazione. Eppure la natura sa sempre sorprendere. Chi è più in là con gli anni non smette mai di assumere un atteggiamento attendista, affermando sornione ai più giovani che la vite è in grado di trarre grandi benefici anche da piccoli momenti di clima favorevole. E così è accaduto in Irpinia quando, a cominciare dai primi giorni di settembre, ha fatto capolino qualche pioggia gentile e le temperature, soprattutto notturne, sono tornate a quelle tipiche di questo periodo, con marcate escursioni termiche.

Vediamo dunque un breve resoconto dei caratteri specifici di questa vendemmia per quel che riguarda le varietà caratteristiche all’interno delle nostre tenute, tra l’Irpinia e il Sannio. Cominciamo dai bianchi, per i quali, a fronte di un calo di volumi per il Greco e per il Fiano, compensato da un elevato livello qualitativo delle uve, si è registrato un risultato decisamente positivo, per quantità e qualità, per la Falanghina.

Il Fiano di Santo Stefano del Sole

Santo Stefano del Sole (circa 10 ettari) significa per Mastroberardino Fiano e, in particolare, il cru Radici Fiano di Avellino Docg, frutto della conduzione biologica di un vigneto allevato ad oltre 600 metri sul livello del mare. Quella di S. Stefano è la tenuta collocata alla maggiore altitudine all’interno dell’areale di produzione della Docg, in un contesto paesaggistico unico tra castagneti e querceti. La vendemmia 2017 si è conclusa da pochi giorni, in anticipo rispetto alle medie storiche della tenuta, con la raccolta di uve di elevata qualità e che hanno sorpreso per il particolare equilibrio tra le varie componenti. Le caratteristiche specifiche del sito hanno esaltato la freschezza e l’aromaticità delle uve in armonia con le elevate concentrazioni zuccherine predisponendo un millesimo di grande espressione varietale e concentrazione.

Il Greco di Montefusco 

La tenuta di Montefusco: suggestiva dal punto di vista paesaggistico, una verde terrazza sulla vallata, 16 ettari integralmente impiantati a Greco, ben esposta e costantemente ventilata, adagiata sul versante della montagna fino a raggiungere un’altitudine di oltre 600 metri. In questo specifico territorio le condizioni di siccità sono state meno pressanti rispetto all’Irpinia in generale. Concluso il taglio del Greco dedicato alla produzione del cru Novaserra Greco di Tufo Docg, è grande la soddisfazione per le uve consegnate in cantina. Le piogge settembrine e le conseguenti riduzioni delle temperature hanno donato uve belle, sanissime e fresche, con una buona maturazione aromatica e rese superiori alle attese. La vendemmia si è svolta sotto il segno del bel tempo, rendendo ancor più piacevoli le giornate di festa legate alla raccolta. Risultati qualitativi di particolare pregio, dunque, promettono elevati caratteri riguardo l’espressione del vino proveniente dalla tenuta aziendale più rappresentativa dell’areale di produzione.