Finito nell’occhio del ciclone per le vicende El.Ital di Avellino e Solland Silicon di Merano, Massimo Pugliese scioglie le riserve e in una lunga nota stampa prova a dire la sua rispetto agli attacchi e alle critiche ricevute negli ultimi tempi:
“Il mio gruppo industriale, opera nel settore dell’energia solare, le aziende principali sono la Solland Silicon (Merano) e la EL.ITAL. (Avellino) mentre sino a qualche mese fa vi era anche la Solland Solar Cells (Olanda) – dice Pugliese – Per fare una disamina attenta e leale, bisogna far presente che quasi il 90% delle aziende operanti in questo settore in Europa, così come anche nella stessa Italia, negli ultimi due anni sono letteralmente scomparse, questo sia per la scarsa protezione del settore rispetto dalle aggressioni commerciali da parte dei paesi Asiatici, sia per la eliminazione di quasi la totalità degli incentivi che gli Stati, così come ha fatto l’Italia, prima hanno dato e poi hanno tolto alle fonti di energia rinnovabile.
Per ritornare alle mie aziende, posso dire che, nonostante la situazione poco felice sopra descritta, grazie al mio impegno e, ribadisco solo grazie a quello, sono state avviate delle soluzioni che potranno garantire alle stesse aziende un futuro certo e migliore.
Per esempio, in Olanda, sono riuscito a far subentrare in Solland Solar Cells (produzione celle fotovoltaiche) quello che nel settore è il primo gruppo al mondo ovvero il gruppo cinese Trina Solar. I piani per l’azienda sono di incrementare la produzione di almeno il doppio con investimenti milionari e questo significa incremento notevole anche per l’occupazione.
A Merano, quello che sta succedendo in Solland Silicon dovrebbe lo stesso prevedere un importante accordo anche di carattere societario con un gruppo sempre cinese (attualmente conta oltre 20.000 lavoratori), per consentire anche qui di dare una certezza definitiva sul futuro.
Con il sindacato stiamo discutendo per poter firmare un accordo entro lunedì 25 gennaio così da poter evitare di far trovare alla delegazione cinese un clima di tensione sindacale, cosa che di sicuro farebbe andar via la delegazione cinese e di conseguenza chiudere definitivamente le porte al futuro della Solland Silicon.
Ad Avellino, sono subentrato alla multinazionale Flextronics nel 2004. Sono passati quasi 12 anni dal quel momento e in quel momento, senza il mio ingresso, si sarebbe verificato il licenziamento di tutti i lavoratori. Solo per precisare, alcun licenziamento da allora è stato da me fatto. Nel 2010 sono stati investiti diversi milioni di euro per riconvertire parzialmente l’azienda e passare dall’elettronica (business completamente azzerato in Italia) al fotovoltaico (in quel momento andava a gonfie vele). All’inizio del prossimo mese è prevista la ripartenza produttiva che consentirà entro breve di occupare tutta la forza lavoro con addirittura l’ipotesi di incremento qualora le trattative avviate con una multinazionale Taiwanese dovessero andare a buon fine relativamente alla produzione OEM di moduli fotovoltaici destinati principalmente al mercato USA.
Detto questo, pur capendo tutti i disagi dei lavoratori (ripeto l’alternativa sarebbe stata la chiusura), entro la fine del mese sarà fatta definitivamente chiarezza sul futuro dei due stabilimenti. Vorrei solo dire come ultima considerazione che, per mia correttezza, ad Avelino prima ed a Merano dopo, ho chiesto ai soggetti che mi hanno ceduto l’azienda (Flextronics e SunEdison), di pagare direttamente e contestualmente alla cessione il TFR ai lavoratori.
Questo significa che i lavoratori di Merano hanno incassato tutto il TFR maturato al 30 dicembre 2014 e, come è giusto precisare che sia ad Avellino che a Merano, gran parte del debito verso i lavoratori è relativo ad anticipo di Cassa Integrazione che l’azienda si è fatta carico e che, qualora non lo avesse fatto, oggi la situazione sarebbe stata completamente diversa.
In ogni caso, nei prossimi giorni incontrerò tutti i lavoratori sia di Merano che di Avellino così una volta per tutte si chiarisce questa situazione”.