MAS Fest 2015,ad Avellino musica indipendente e molto altro

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Mas fest Avellino
Mas fest Avellino

Parlano i protagonisti della XI edizione di MAS Fest, organizzato al Parco Manganelli di Avellino per il 19 e 20 giugno 2015 dall’Associazione Culturale Koinè Art Lab.

Nata dall’iniziativa di tre ragazzi poco più che ventenni – Paolo Pilone, Carlo Iandolo, Oscar Cini – che ebbero l’occhio lungo, immaginando che fosse necessario darsi da fare in prima persona per portare la musica indipendente in città e organizzarono la prima “Festa della Musica per l’Ambiente e il Sociale”, la manifestazione è diventata ben presto un caposaldo e un riferimento da seguire per altre associazioni.

Un piccolo seme, quindi, piantato da tre ragazzi con l’unico fine di poter condividere con gli altri la musica preferita, senza doverla più andare a cercare nei club underground delle grandi città, e l’obiettivo di far sentire alla città la voce di giovani impegnati nel sociale e nella tutela ambientale.

Chi è stato loro vicino sa che il Festival iniziava con la “bonifica” di un’area cittadina trascurata e sporca (vedi le adiacenze del Parco prima che diventasse Parco Manganelli o il parcheggio del Mercatone o  il Parchetto della Pace) a suon di rastrelli e scope e si concludeva con la pulizia finale per restituire alla città uno spazio in condizioni migliori di come lo si era trovato.

In mezzo, tutto il lavoro di organizzazione, le notti passate in tenda o in furgone per sorvegliare la strumentazione, la sorveglianza perché tutto andasse bene, le mille e mille incombenze e fatiche che non hanno spaventato i tre ragazzi e tutti gli amici che hanno coinvolto nel progetto.

Ormai superata la soglia dei “trenta”, Koinè Art Lab è ormai espressione di una generazione che non vuole arrendersi e crea i propri spazi di bellezza, amicizia e condivisione e “Mas Fest” quest’anno ha avuto un “Intro” invernale con “Rainy Days”, tre giorni di concerti itineranti nei locali “indie” della città.

Quest’anno Parco Manganelli tornerà a essere uno spazio un po’ surreale, un luogo finalmente “altro”, finalmente “aperto”e finalmente “verde” dove vivere la musica con l’atmosfera cara ai frequentatori dei grandi festival, con la musica che si disperde nell’ampiezza della notte e i passi attutiti dal tappeto di erba e di ghiaia.

Ricco il programma, frutto della selezione da parte dei “Koinè”che, negli anni, hanno sviluppato un notevole fiuto che gli ha consentito di ospitare artisti poi assurti ai fasti nazionali.

La prima serata, 19 giugno 2015, vedrà in scena: Slaves Of Loves & Bones, Warias, Lay Lamas.

Sabato 20 giugno invece sarà la volta di The Exploders Duo, Kikagaku Moyo e C’mon Tigre.

Come nascono il Mas Fest e l’Associazione Koinè Art Lab?

“Il Mas Fest – dice Paolo Pilone – nasce dalla passione per la musica e dal fatto che, in quel periodo in città c’erano pochissime occasioni per poter fruire di musica dal vivo. Ci siamo detti: proviamo a farlo noi!”.

In passato siete stati degli ottimi “talent scout”, intercettando artisti un attimo prima della fama.

“Siamo orgogliosi del fatto che ci sono artisti – continua Iandolo – passati sul nostro palco da semi sconosciuti e che ora calcano le scene nazionali; da Ghemon a Rocco Hunt, vincitore di Sanremo, agli  A Toys Orchestra. Quello che vogliamo è soprattutto dare occasioni di ascolti sorprendenti e veicolare buone pratiche senza annoiare (MAS è infatti l’acronimo di Musica Ambiente Sociale)”.

Oltre alla musica, la manifestazione ha sempre declinato argomenti sociali e collaborato con altre associazioni, in un certo senso siete stati dei pionieri in città.

“Non ci sentiamo né pionieri né speciali – dice Pilone – In città ci sono state e ci sono tante realtà impegnate nel sociale. L’importante è che l’associazionismo non si distacchi mai dai princìpi del volontariato e dell’impegno disinteressato”.

Quali sono gli artisti di questa edizione? In che modo li avete selezionati?

“Abbiamo scelto band a vocazione internazionale – dice Iandolo – con il contributo di Lello Villiam Pulzone e Luca Caserta. I Kikagaku Moyo arrivano dal Giappone, mentre C’Mon Tigre è un collettivo formato da musicisti provenienti da ogni parte del mondo. Warias e Lay Llamas, pur essendo italiani, sono molto conosciuti all’estero. Accanto ad essi, non mancano rappresentanti della scena musicale avellinese: The Exploders Duo e Slaves of Love and Bones”.

Come ogni anno la vostra immagine è creativa e originale, c’è persino un videogioco che parte dalla vostra pagina Facebook, chi è l’artefice creativo?

“Sarebbe meglio parlare di un team. – dice Iandolo – Il cuore del reparto creativo è costituito da Marco Cucciniello, Danilo Bubani e Michele Capaldo. Nella comunicazione visiva di quest’anno di grafica ce n’è ben poca: sono scatti fotografici di oggetti realizzati e dipinti a mano. Un grazie va anche ad Andrea Maioli, che ogni anno stupisce il pubblico con le sue proiezioni”.

Esempio virtuoso di iniziativa e autofinanziamento, MAS Fest chiede all’amministrazione unicamente un sostegno logistico.

“Siamo consapevoli – conclude Pilone – che il momento storico non è florido e che esistono delle priorità. Da anni chiediamo solo un supporto logistico e c’è da dire che la sensibilità dell’attuale amministrazione ci sta rendendo le cose molto un po’ più semplici rispetto al passato. C’è un buon feeling e stiamo riuscendo a portare avanti un discorso di condivisione di intenti”.

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