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Marchionne-Pugliese ennesimo round su “Il Fatto Quotidiano”

“Il Fatto quotidiano” non si ferma. E dopo quasi venti giorni dà maggiore rilievo al caso Sergio Marchionne (che ha sempre sostenuto di non essere indagato ndr), per la denuncia dell’imprenditore, ora con interessi nel fotovoltaico Massimo Pugliese. Due imprenditori che come scrive il quotidiano diretto da Antonio Padellaro “hanno storie e vita diverse”. Il pomo della discordia l’acquisizione della Cf Gomma, fornitore Fiat. Sollevò il caso Barbato dell’Idv in aula, ma ora l’indagine giornalistica va avanti carte alla mano. Perché una indagine giornalistica deve pur reggere su basi, onde evitare che poi uno scoop si trasformi in flop. Nell’informativa della guardia di Finanza Nucleo di polizia tributaria di Avellino si leggono i dettagli. Salvatore Cannavò e Stefano Feltri, i due colleghi giornalisti che stanno seguendo la vicenda scrivono: “risultano indagati per concorso in estorsione e calunnia Marchionne e altri dirigenti Fiat. Quest’ultimo ha presentato anche una memoria”. I fatti risalgono al 2006 Cf gomma è in difficoltà finanziarie. Massimo Pugliese si getta nell’ennesima avventura imprenditoriale per salvare il salvabile. Ma subordina l’acquisto di Cf gomme solo se Fiat garantisca ancora commesse e che in Francia sia fatta la stessa cosa con Peugeot. Si procede m solo per poco. Poi lo scenario cambia. E inizia a incrinarsi il rapporto. Fiat denuncia per estorsione Pugliese a Torino. L’imprenditore irpino accusato di aver indotto gli operai dell’azienda bresciana a interrompere la consegna delle merci al Lingotto. Proprio da questa denuncia, gli inquirenti campani, riescono a capire che qualcosa non quadra. E’ il primo elemento del classico “chi di estorsione ferisce, di estorsione perisce”. Secondo la ricostruzione dei finanzieri la Fiat sapeva che le difficoltà di approvvigionamento dalla Cf gomme dipendevano dalla crisi aziendale e dall’agitazione sindacale. Ci sono testimonianze di dirigenti e sindacalisti, responsabili di logisitica Fiat presenti in quei giorni allo stabilimento bresciano. Eppure Fiat continua. Ed entra in scena Marchionne, che nella memoria sostiene “una iniziativa di tipo strettamente tecnico, che per sua natura, non rientra nella sfera di attività”. Un primo passo:il Tribunale di Torino archivia la denuncia del Lingotto nei confronti di Pugliese per infondatezza. Il colpo mortale: Fiat scrive alle banche dicendo che “ il gruppo Pufin non sia in possesso dei requisiti per poter instaurare una duratura relazione fornitore-cliente con Fiat né sussistano presupposti di reciproca fiducia”. La goccia che fa traboccare il vaso. Senza sostegno delle banche Pugliese è spacciato. L’imprenditore irpino è stufo di tutta questa storia. Vuole uscirsene con una buonuscita di 8 milioni di euro. Tratta con Marchionne per ritirarsi dall’affare. Sembra esserci il sereno tra le parti, poi il colpo di scena. Fiat nel frattempo, tramite Cancarini prende di nuovo il pallino della Cf Gomme con una nuova società finanziandola per 36 milioni di euro. A testimoniare che l’operazione sia in questa direzione, una intercettazione ambientale dove lo stesso Cancarini si definisce “testa di legno”, un “finanziato Fiat”. A questo punto con la ricostruzione degli inquirenti si giunge a “Pugliese sarebbe stato oggetto prima di una denuncia a scopo intimidatorio e poi di una denigrazione tramite lettera alle banche per estrometterlo e portare la Cf gomme sotto il controllo Fiat. Marchionne vuole prendere in mano personalmente la situazione e per gli inquirenti sarebbe un segnale utile per prefigurarsi la responsabilità nel reato di estorsione. A febbraio la posizione di Marchionne viene stralciata, a maggio i procedimenti penali da divisi vengono riuniti. Ora le carte dal sud Italia sono dirette al nord. La competenza è della Procura di Milano. Vedremo come andrà a finire.

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