Marcantonio Napolitano, amore puro per l’Avellino calcio.

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Marcantonio Napolitano
Marcantonio Napolitano

Erano i tempi dell’Avellino calcio in serie A. Erano i tempi di Marcantonio Napolitano, uno dei più grandi tifosi dei lupi. Sempre al seguito della squadra…era un marito per 6 giorni a settimana.

C’è una notizia che in questi giorni ha fatto il giro d’Italia, rimbalzando tra giornali e siti web. Il protagonista è Gianfranco Borsatti, grande tifoso del Padova, che nel 1997 fece firmare alla futura moglie un contratto prematrimoniale, prima di condurla all’altare: <Io ti sposo se mi lasci andare sempre alle partite del Padova>.

Il mio primo pensiero è andato a un altro grande tifoso, ma dell’Avellino, l’indimenticato Marcantonio Napolitano, scomparso qualche anno fa, che ho conosciuto quando ero un ragazzino, sia perché lavorava nella scuola media che ho frequentato che per la comune passione per il calcio.

Mi sono tornate in mente una marea di trasferte, dalla prima fatta insieme (quando non era ancora tempo di trasferte di massa: in 5 col treno, direzione Genova, per vedere l’Avellino pareggiare con il Genoa) a tante altre, quasi sempre in pullman, organizzato dal suo club.

Ho pensato a lui e mi sono detto: questo Gianfranco Borsatti non è nessuno al cospetto del nostro Marcantonio. Certo, a lui, prima delle nozze, venne l’idea di mettere tutto nero sua bianco, come non accadde a Marcantonio.

Lo storico tifoso dell’Avellino, però, aveva fatto la stessa cosa, come una volta ebbe a raccontarmi, per farmi capire quanto grande fosse il suo amore per l’Avellino.

<Quando mi sono sposato, ho detto a mia moglie: avrai un marito per 6 giorni a settimana, fai conto che la domenica non hai un marito>: queste le sue parole, per fortuna della moglie valide solo nel corso della stagione calcistica.

Roba che a leggere il contratto prematrimoniale di Gianfranco Borsatti viene quasi da sorridere: <Io sottoscritta Orietta Zago dichiaro che niente avrò a discutere sul Calcio Padova ed accetterò che il mio futuro marito si rechi allo stadio per le partite giocate in casa e per tutte quelle in trasferta da lui ritenute importanti ed interessanti>.

Davvero nessuno, in confronto a Marcantonio Napolitano. Perché lui andava in trasferta a prescindere, perché riteneva importante ed interessante qualunque partita del suo Avellino.

Perché ditemi chi si metterebbe in auto, all’ultima giornata di un campionato senza infamia e senza lode (mi pare fosse l’anno di Geretto allenatore, il campionato dell’Avellino forse meno seguito della storia), e soprattutto senza alcun interesse di classifica, per andare fino a Trapani, dove l’Avellino giocava la più inutile delle partite.

Giusto Marcantonio Napolitano, che approfittò di un passaggio da parte di Carmine Losco, che ci andava per lavoro (doveva fare la radiocronaca).

Ecco chi è stato Marcantonio Napolitano, altro che Gianfranco Borsatti. Uno innamorato dell’Avellino.

*Foto tratta dal libro “Avellino che Storia 100 anni di lupi”

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